Musetti, non è passato inosservato quello che è accaduto sabato notte al Roland Garros nel match contro Djokovic
Lucido, determinato, spietato. Non vedevamo Lorenzo Musetti in versione deluxe da un sacco di tempo e ci abbiamo creduto davvero, fosse anche solo per una manciata di ore, che nella notte tra sabato e domenica potesse riuscire in una grande impresa, battendo nuovamente Djokovic.
Col senno di poi sappiamo che nulla di tutto ciò, purtroppo, nonostante le aspettative di tutti fossero alle stelle, è accaduto. Il che nulla toglie, è giusto rimarcarlo, alla magnifica prestazione di Musetti.
Al comando c’era lui ed è parso, per un tempo sufficientemente lungo, che fosse a tanto così dallo rispedire a casa Nole. Peccato solo che ad un certo punto, nel bel mezzo del quarto set, dopo aver vinto due parziali giocando il suo miglior tennis, qualcosa lo abbia bloccato.
Nel mirino ci sarebbe una frase, ben precisa, che a detta di molti avrebbe pregiudicato il prosieguo del match e la vittoria dell’azzurro. Chi ha seguito la partita in notturna potrebbe aver capito, a questo punto, che la frase nel mirino è quella che il coach dell’italiano, Simone Tartarini, ha urlato in uno dei momenti indubbiamente più concitati del match
Djokovic sembrava ormai alle strette, destinato a cedere il suo scettro a Sinner, quando, all’improvviso, quelle parole hanno riecheggiato in tutto lo stadio. “Un quarto d’ora e abbiamo finito“, ha urlato Tartarini, il cui scopo era chiaramente quello di spronare il suo pupillo e di infondergli un po’ di coraggio per affrontare quelli che, in effetti, sarebbero potuti essere gli ultimi game del match.
Da quel momento in poi, invece, del Musetti che aveva ipnotizzato Nole e condotto la partita non c’è stata più traccia. L’azzurro si è spento, schiacciato dal peso delle aspettative, e ha perso la lucidità che aveva contraddistinto, fino a quel momento, ogni suo singolo colpo. “Da quando mi ha breakkato nel quarto le cose sono cambiate“, ha poi ammesso il carrarino in conferenza stampa, analizzando l’andamento del match.
“Peccato, perché la partita si era messa bene, mi sentivo padrone in campo e ci credevo – ha aggiunto – Ma da quel break è come se lui avesse tolto le catene, ha cominciato a servire e a rispondere incredibilmente e al quinto set ha giocato ad un livello pazzesco, considerato il numero di ore di gioco. Quel momento gli ha dato convinzione e fiducia sia a livello fisico sia mentale.”
Eppure sono in tanti a pensare che la “colpa” non sia tanto del moto d’orgoglio di Djokovic, quanto piuttosto della frase, ritenuta troppo presuntuosa, urlata da Tartartini. Che non solo, sentenzia il popolo dei social, non avrebbe spronato Musetti, ma che avrebbe, anzi, caricato Nole, spingendolo alla vittoria.
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