Prima si abbracciavano, ora si fanno la guerra. Mario Giuffredi, noto agente napoletano con casa ad Avellino in collina, può stare simpatico o antipatico ma è un dato di fatto che sia molto astuto e fa sempre gli interessi dei suoi calciatori. Ha scritto un libro. Alla Bruno Vespa. Opere (poche) miracoli (tanti) della sua vita da agente. De Laurentiis gli ha aperto le porte del San Paolo (Maradona) dove lui andava da bambino a vedere il Napoli che ama tanto. Una roba da film. In prima fila c’era De Laurentiis ad applaudirlo. Sono passati pochi mesi e Giuffredi spara a zero, il Napoli fa un post contro Giuffredi. Cosa è successo in questo periodo? Semplice. Il Presidente del Napoli non ci ha capito molto e spesso straparlando si è fatto sfuggire pubblicamente “sono tutti in vendita, basta che mi portate un’offerta concreta”. Giuffredi, che non dorme di notte ma riposa al mattino, non si è fatto sfuggire l’occasione. Di Lorenzo è sul mercato? Tieni Aurelio, ecco per te 20 milioni. Il calciatore va a prendere più soldi e tutti felici e contenti. Stop! Non è proprio cosi. Nel frattempo De Laurentiis ha ritrovato entusiasmo con Antonio Conte e si è rimangiato la frase detta mesi prima. In più ha saputo che Di Lorenzo lo vuole quello “scornacchiato” di Giuntoli per 20 milioni di euro. Via al teatrino. Ormai non si può tornare indietro anche perché se un calciatore manifesta pubblicamente la volontà di andare alla Juventus, seppur non tramite la sua bocca, con la maglia del Napoli non può giocare più. Il Presidente non è stupido e conosce bene le regole del gioco. Se tutto andrà bene al Napoli potrà portare 25 milioni di euro nelle casse del club. Trattenerlo è pressoché impossibile. Se Di Lorenzo spaccaNapoli, Conte la unisce. Qualcuno ha provato a riproporre le frasi di Conte ai tempi della Juve contro il Napoli. Neanche questo scalfisce l’euforia dei napoletani che giustamente si godono il colpo da 90 di Aurelio. Che Conte volesse il Milan lo sanno anche a Mergellina ma che Conte avesse aperto al Napoli lo sapeva solo Pedullà che da questa sera, alle 23.00 su Sportitalia, torna a farci venire il mal di testa con tutte le operazioni del mercato estivo 2024. Conte arriva carico, ha accettato la sfida e più di un anno senza calcio non riesce a stare. Poi che De Laurentiis lo abbia strapagato lo sa anche Antonio ma lui è un fuoriclasse anche fuori dal campo e De Laurentiis si è fatto prendere per il collo e portato in giro per Napoli.
Il Milan preoccupa. Non per le tempistiche, quelle non sono un problema. Traspare troppa confusione e sembra un club con due anime. Posso sbagliarmi, spero di sbagliarmi. Come detto un anno fa, dopo l’inaspettata cessione di Tonali, il club potrebbe vendere ogni anno un pezzo da 90. Vedremo. Non è il problema di chi parte ma di chi arriva. Il club non può sbagliare allenatore, non può fallire l’attaccante (ne servirebbero due di spessore) e ha bisogno di 4 rinforzi da Milan e non da Milan sperimentale. Chi ha deciso di investire su questo club deve capire che il Milan deve puntare a vincere la Champions. La puoi perdere ma devi averlo come obiettivo. Qui non solo l’obiettivo non è puntare alla vittoria della Champions ma solo alla partecipazione. Non stiamo parlando, con tutto il rispetto, del Bologna che se si qualifica per la Champions va in piazza a festeggiare. Il Milan deve tornare ai livelli di Berlusconi. Non subito ma deve farlo. La strada presa non sembra essere quella giusta e se il navigatore è impazzito è giusto non cambiare solo il Nav ma proprio tutta la macchina.
In chiusura una riflessione che riguarda anche il Milan ma il problema è un altro. Le squadre B. Un mio cavallo di battaglia. La Juventus, l’Atalanta e ora speriamo che una fallisca e non si iscriva per buttarci dentro il Milan Under 23. Follia totale. Il progetto delle seconde squadre può anche funzionare ma non è giusto il modello. La serie C, in Italia, è la categoria delle piazze, del territorio, delle tifoserie che portano spesso 10 mila persone allo stadio. Le squadre B tolgono sogni a piccole medio realtà. E’ come distruggere la piccola medio impresa italiana. Altre non possono neanche iscriversi perché tra debiti e Presidenti farlocchi la C non la meritano ma vedete quante piazze non fanno il professionismo e potrebbero permettersi la C più di tanti altri club. La Juventus B gioca in uno stadio di una squadra di D ed è sempre vuoto. L’Atalanta deve andare nel deserto di Caravaggio e il Milan giocherà a Solbiate. Se non avete le strutture, la C non dovete farla. Non bastano i giocatori e i dirigenti bravi che ti portano quasi in serie B. La Lega Pro e la FIGC devono trovare una soluzione. Più Siracusa, Acireale, Vibonese, Treviso, Piacenza e tante altre meno Juve, Milan e Atalanta B senza sogni ma solo cassetto e competenza calcistica.