L’ultimo tango di un uomo diventato Re: ieri sera Toni Kroos ha giocato per l’ultima volta con la maglia della camiseta blanca, ha calcato per gli ultimi 90′ il prato verde prima di appendere gli scarpini al chiodo. E anche qui c’è qualcosa di mistico, qualcosa difficile da spiegare ma che doveva per forza di cose essere scritto. Il centrocampista tedesco ha sofferto, come tutto il Real Madrid, per i primi 60′ di gioco. Poi, però, ha deciso di chiudere la sua immensa carriera nel modo migliore: assist per Dani Carvajal per il gol del vantaggio, la giusta dose di quantità ed esperienza per portarsi a casa la quindicesima Champions League.
E la passerella d’onore che giustamente gli ha concesso Carlo Ancelotti è stata il giusto tributo a un calciatore che coraggiosamente ha deciso di chiudere in un momento in cui si trova al top della forma, perché l’ultimo anno di Kross è stato di assoluto livello. Saluta il calcio un vincente, un leader carismatico che arrivato dalla Germania ha deciso di imporsi, di dettare legge al fianco di Luka Modric. E proprio l’abbraccio con il croato è forse l’immagine più simbolica, due che hanno orchestrato alla grande le manovre offensive dei Blancos. Kross ha dato tanto, forse tutto a un calcio che nel corso degli anni è cambiato, ma lui ha sempre dimostrato di essere camaleontico, perché leader lo si è per sempre a prescindere dal resto. E ieri, il suo ultimo tango, è statao così come doveva essere.
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