Le dichiarazioni di Vincenzo Italiano nella conferenza stampa prima della finale di Conference League tr Fiorentina e Olympiakos.
Cosa è cambiato rispetto all’anno scorso?
“L’unico aspetto differente è che queste situazioni le abbiamo già vissute. L’attesa, la preparazione, l’importanza della gara, le interviste, ma sono partite da 50 e 50. Siamo squadre forti perché siamo arrivati in finale. Dobbiamo giocarla come vanno giocate le finali. Dobbiamo portarci dietro la nostra esperienza. Sto vivendo questa partita con grande attesa, come una rivincita. I percorsi europei sono difficilissimi, bravi noi a tornare in finale ma dobbiamo essere concreti e concentrati, come richiede una finale. Dobbiamo giocare col fuoco dentro e dare tutto quello che abbiamo. L’anno scorso non è stato un bell’epilogo, quest’anno proveremo a mettere in campo quell’amarezza per vincere. Loro sono forti e preparati e sarà una partita tosta“.
Come sta Dodo? Si aspettava di averlo così pronto per la finale?
“Non ci aspettavamo di averlo così pronto a questo livello dopo l’infortunio. Lo abbiamo gestito e quando poi è tornato al 100% si è espresso ai suoi livelli. Sta bene, anche a Bruges ha giocato benissimo. Conosce questo tipo di partite e averlo al top è un’arma in più. In quel ruolo abbiamo anche Kayode che ha fatto una grande stagione e Faraoni che ha aiutato entrambi a crescere“.
Qual è la parola chiave di questa sfida?
“Quello che mi hanno sempre sentito dire in questi tre anni dentro e fuori al centro sportivo, è che non dobbiamo mai perdere la nostra identità. In queste partite dobbiamo mostrare il credo calcistico che ci ha permesso di arrivare a giocarci la finale, con gli adattamenti necessari. Massima concentrazione e concretezza. Anche un semplice fallo laterale battuto bene, messo sui piedi del compagno, è un dettaglio che può fare la differenza. Non c’è più tempo per replicare, servirà anche un grande furore agonistico“.
Avete preparato qualcosa per fermare El Kaabi?
“Abbiamo portato dei lucchetti (ride, ndr). Lui e la squadra hanno fatto un grande percorso, come noi del resto. Anche loro hanno fatto prestazioni grandiose, battendo una delle favorite. El Kaabi sta segnando con continuità e in ogni modo. È un punto di forza per l’avversario. Abbiamo cercato degli aspetti tattici per limitarlo e possiamo farlo con concentrazione e precisione. Senza queste, uno così può metterti in difficoltà, vista la sua grande forma“.
L’Olympiacos avrà il vantaggio di giocare in casa?
“Quando scendi in campo non pensi ad altro. Lo stadio sarà diviso a metà. È vero, loro giocheranno ad Atene, ma poi passa in secondo piano. Loro non hanno viaggiato come abbiamo fatto noi. Hanno la possibilità di lavorare a casa, ma poi in campo rimane 50 e 50. Chi avrà più fame o voglia di vincere, alla fine alzerà la coppa. Queste sono partite in cui o gioisci o non ottieni quello che vuoi e noi ci siamo già passati. Li abbiamo studiati, non ci rimane che andare in campo e sperare di avere la meglio“.
Quali sono i suoi rimpianti e i limiti emerso nel campionato?
“Parlare di campionato adesso non è il massimo. Vuoi o non vuoi il percorso in Europa qualcosa ti toglie. Giocando il giovedì hai poco spazio per recuperare in vista del weekend. È vero che ruotiamo tanti giocatori, ma è normale che qualcosa toglie. La concentrazione avuta in Europa qualche volta è mancata in campionato.
Però non abbiamo fatto male in campionato, volevamo di più ma rimangono le due finali europee, non banali. Abbiamo avuto la capacità di fare due partite diverse per turno, riuscendo sempre a presentarci in modo corretto e questo ci ha permesso di arrivare in finale. Poi io, tra le tre competizioni più la semifinale di Supercoppa, penso che il percorso sia stato positivo. Quando sono arrivato a Firenze, pensare di presentarmi per due volte davanti a una platea simile non era nemmeno nell’anticamera del cervello. Era impensabile e abbiamo la possibilità di raggiungere questa benedetta gioia. Abbiamo finito il campionato, lo abbiamo messo a posto e ora pensiamo solo a fare una grande partita domani“.
Quanto è cresciuto personalmente in questi tre anni?
“Sono diverso rispetto a tre anni fa. Il mio sogno era arrivare in Europa con la Fiorentina e ci sono riuscito. Il mio bagaglio di conoscenze è cresciuto notevolmente. Aggiungiamoci anche due finali, per l’attesa, per cosa significa prepararle. Abbiamo cambiato tante cose a livello tattico e ho scoperto aspetti nuovi. In tre anni non mi sono fatto mancare niente. Credo di essere diverso rispetto a tre anni fa e sono contento di questo.
Ma lo sapevo, perché quando hai a disposizione giocatori di questo livello, devi metterti a disposizione e sai che qualcosa devi modificare. Sono molto diverso dal 2021. Quando penso a Praga penso a una partita che secondo me abbiamo affrontato nel migliore dei modi, ma alcuni episodi non ci hanno permesso di gioire. Penso alle facce dei ragazzi che non vorrei rivedere domani. Per noi, l’interpretazione della gara deve essere come fosse l’ultima, nel senso che nessuno ti dà la certezza che in futuro sarai di nuovo pronto per giocarne un’altra. Domani dobbiamo scendere in campo come ogni pallone fosse l’ultimo della nostra carriera. Nessuno ci dà la certezza di giocare altre partite come queste. La finale di Praga ha fatto male a me e a tutti. Sappiamo cosa si vive quando non si vince una finale e domani proveremo a ribaltare questa situazione“.
Cosa ha cambiato Mendilibar?
“Con l’arrivo del nuovo tecnico hanno trovato la quadra. Hanno messo a posto tutti i problemi. Hanno battuto grandissimi avversari e quello che abbiamo visto è che è una squadra organizzata, che mette pressione, che sa giocare diretto, con giocatori esperti e di qualità oltre che di talento e valore. E’ una squadra che arriva in finale e questo è già sufficiente per determinare il valore di una squadra. Quello che ci fa più paura è questo entusiasmo, quello che dobbiamo fare è che quando abbiamo la palla, chiunque concede e creando tanto con concretezza possiamo fargli male. Giocando con qualità possiamo metterli in difficoltà“.
I rigori?
“Li abbiamo provati, può essere una possibilità. Abbiamo tanti che possono batterli. Abbiamo passato due turni in coppa ai rigori, anche se in campionato ne abbiamo sbagliato qualcuno che ci ha precluso passi avanti in classifica. Ne abbiamo tanti bravi per battere i rigori“.
Cosa ci può dire del futuro?
“Non capiterà, ma se dovesse capitare, qualche fioretto ce lo inventeremo. Futuro? Il telefono spesso è spento o è silenzioso. L’unica attenzione, siccome non abbiamo giocato la semifinale tanto tempo fa, ci siamo concentrati sulle partite importanti in campionato e adesso c’è la finale. Non voglio distrarmi e pensare ad altro. Tutto può accadere, non abbiamo certezze. Pensiamo a questa partita e poi si valuterà tutto“.
La partita di domani può rappresentare la chiusura di un cerchio e ha vinto la sfida Fiorentina in questi tre anni?
“Secondo me è stato fatto un gran lavoro ma dal momento in cui siamo di nuovo qui, dobbiamo cercare di aggiungere qualcosina a questo ottimo percorso, straordinario per certi punti di vista. Pieno di soddisfazioni e record. Però nessuno sa quale sarà il futuro in termini di presenze in altre finali, e dunque domani dovremo fare di tutto per aggiungere questa ciliegina“.
Se vincerete domani garantirete all’Italia 9 squadre in Europa, che tipo di orgoglio sarebbe per voi?
“Abbiamo una responsabilità in più. Sarebbe spettacolare, non è mai successo prima ed è una responsabilità per tutti. Potremmo così dare questa gioia al Torino e cercheremo, oltre che per noi e per la Fiorentina, di andare forte anche per garantire alla Serie A un’altra squadra in Europa. Faremo di tutto per vincere anche per i nostri amici di Torino“.
Come sta vivendo questa vigilia il presidente Commisso?
“Il presidente è carico, non soffre come me i viaggi in aereo. E’ sempre un piacere vederlo anche insieme alla moglie. Oggi ha fatto subito un discorso alla squadra e questa sua voglia ci trasmette quella fiducia che serve per impegni così difficili. Non devo aggiungere il fatto che qualche goccia di sudore andrà gettata per lui, la sua famiglia, ma anche per Barone e la sua famiglia. Per tutto quello che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi. Nessuno di noi, soprattutto il presidente, meritava di vivere momenti così brutti. Dentro lo spogliatoio ci sono le immagini di Commisso e di Joe e tutti sappiamo che più di una goccia di sudore andrà gettata in campo per loro“.
Ha sognato la vittoria della coppa e immagina un futuro da allenatore in Grecia?
“Mi sono concentrato per provare a sognare il trofeo alzato, soprattutto da parte dei ragazzi ma non ci sono mai riuscito e dunque o sarà realtà o resterà un sogno mai sognato. In futuro può accadere qualsiasi cosa, uno dei migliori allenatori della storia italiana ha smesso a 72 anni e dunque può accadere di tutto“.
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