Sinner, c’è qualcosa di clamoroso che forse non sai a proposito del campione altoatesino: nessuno ne aveva idea.
Jannik Sinner non è più solo un “tennista” di grande talento. Ora che ha vinto uno Slam ed è ad un passo dalla vetta del ranking Atp è anche, ufficialmente, una star di fama mondiale, un autentico Vip dello sport. E, in quanto tale, è del tutto normale che si parli di lui in ogni dove. Non solo delle sue gesta sportive, ma anche della sua vita privata, sebbene lui si impegni per difendere la privacy della famiglia e delle persone a lui care.
Che giochi o meno, insomma, il nativo di San Candido, in un modo o nell’altro, è sempre al centro dell’attenzione. Nelle ultime settimane c’è stato per svariati motivi. Per il fatto di essere tornato in campo dopo lo stop dovuto all’anca, ma soprattutto per il presunto flirt con la collega russa Anna Kalinskaya. Ora che il Roland Garros è entrato nel vivo, però, si dovrebbe tornare a parlare del Sinner tennista e non di quello Jannik “sciupafemmine” di cui si è fatto un gran ciarlare nei giorni scorsi.
E qualcuno ci ha già provato, per la verità, a riportare il discorso sull’asse corretto, tessendo le lodi del campione azzurro e raccontando, come se non bastasse, un aneddoto che non esiteremmo a definire clamoroso. Il qualcuno in questione risponde al nome di Mattia Bellucci, l’italiano che si è qualificato allo Slam parigino e che, davanti ai microfoni di ‘Supertennis’, ha tirato fuori un racconto che ha davvero dell’incredibile e che riguarda, per l’appunto, il tennista che da qui a breve potrebbe definitivamente scalzare Novak Djokovic dal trono dell’Atp.
Bellucci, coetaneo di Jannik, ha raccontato di essersi imbattuto nell’altoatesino nel 2012 e nel 2014. Hanno giocato l’uno contro l’altro nei campionato Under 11 e Under 13 e, pensate un po’, fu Mattia ad avere la meglio su Sinner in entrambe quelle occasioni. Un aneddoto di cui tutti erano all’oscuro e di cui il nativo di Castellanza, per ovvie ragioni, va particolarmente fiero.
“La vittoria nel 2014? La ricordo ancora bene, lui è ossessionato dal fatto che non voleva perdere – ha detto a ‘Supertennis’ – ma anche io ero ossessionato dal match, con una buona mano. A quel tempo Jannik era un chiodo, per niente strutturato: più alto di me ma magrolino. Nonostante ciò già allora vedevi determinate caratteristiche, già allora aveva una buona mano. A quei tempi comunque con il mio gioco gli davo sicuramente fastidio”, ha raccontato ancora, fiero della sua impresa.
“La grandezza di Jannik Sinner viene dal lavoro – ha osservato ancora l’azzurro che oggi, complice una scalata straordinaria, è 156esimo nel ranking Atp – Lui non è un alieno come disse Bublik nel 2021. Arrivare dove è arrivato lui si può – ha detto, in controtendenza rispetto all’unicità che viene spesso riconosciuta al numero 2 del mondo – lo possono fare anche altri e lo potrei fare anche io. Lui ha il grandissimo vantaggio che ha iniziato a farlo prestissimo ed ora è una macchina da punti”.
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