Una giornata strana, un addio nebuloso. Stefano Pioli non sarà più l’allenatore del Milan e anche se di dubbi a proposito ce n’erano ben pochi, il giorno dell’addio ce lo si aspettava certamente diverso. Quello che doveva essere il Pioli-day ieri si è trasformato in un “silenzio-day”. Dello stesso Pioli, che non ha parlato nella conferenza stampa prefissata a causa di sopraggiunti motivi personali inderogabili, e del Milan, che ha affidato a un comunicato in mattinata l’annuncio della fine del rapporto, ampliando il saluto con le parole dell’ormai prossimo ex tecnico rossonero. Un comunicato denso e ricco di affetto, certo, che avrebbe però avuto tutto un altro effetto a corredo della conferenza di commiato di Stefano Pioli.
Per l’unico e ultimo abbraccio collettivo bisognerà allora attendere la gara di questa sera con la Salernitana, in un San Siro colorato di rossonero e finalmente rumoroso, dopo settimane di protesta silenziosa. Saluto e parole, quindi, rimandate alle prossime ore in una gara che non cambierà nulla nell’equilibrio del campionato e delle rispettive stagioni: il palcoscenico perfetto, insomma, per l’addio a Stefano Pioli dopo 3 anni ad ogni modo storici. Dopodiché per il Milan all’orizzonte ci sarà l’Australia, teatro di un’amichevole contro la Roma prima dell’ufficiale rompete le righe estivo. E in attesa, soprattutto, di riuscire a dare un nuovo volto alla panchina rossonera.
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