La resa dei conti. Il weekend che sta per arrivare andrà messo agli archivi in questa maniera, tali sono le prospettive rivoluzionarie che lo introducono, e non solo per il tema più caldo: quello legato alle panchine. Oltre ad un puzzle internazionale ancora quasi completamente da comporsi, anche le grandi manovre che fanno corrispondenza ai più importanti fuoriclasse del panorama continentale. Tanta carne al fuoco, dunque, con diverse portate di assoluto livello.
Parlando di Milan, il presupposto dal quale partire è che Paulo Fonseca non abbia ancora firmato il contratto per il quale la società rossonera ed i suoi rappresentanti hanno comunque trovato un accordo di massima.
La genesi dell’idea, del resto, l’abbiamo raccontata ed approfondita su queste colonne, dal momento in cui il profilo fu proposto per la prima volta a metà aprile, sino al cambio di passo di inizio maggio con cui l’ex allenatore di Roma e Shakhtar Donetsk ha iniziato a seminare la candidatura del suo connazionale Sergio Conceicao.
Se le tempistiche delineate fossero in linea con le aspettative, la prossima settimana dovrebbe essere quella definitiva fumata bianca. Con buona pace dei movimenti social e delle manifestazioni di dissenso palesate dal popolo rossonero, ed in attesa di quello che accadrà a San Siro in occasione dell’ultima giornata di campionato, aspetto tutt’altro che da sottovalutare e che ha già dimostrato di essere particolarmente importante per chi prende le decisioni.
Una circostanza che servirà al popolo rossonero per dimostrare cosa la società rischierebbe di perdersi qualora la pianificazione dei programmi non fosse in linea con il blasone di uno dei club più importanti e rappresentativi del globo. Sarà l’occasione per accomiatarsi da Stefano Pioli, allenatore che ha avuto il merito di arricchire la bacheca rossonera di uno scudetto, ma che ha pagato a carissimo prezzo il raffronto con l’altra metà del Naviglio. La storia è finita, senza polemiche e con signorilità da ambo i lati, e l’ultima pagina merita di essere gonfia di applausi, riconoscenza e “Pioli is on fire”. Per tutto ciò che le due parti in causa hanno rappresentato l’una per l’altra nel corso del loro matrimonio sportivo.
Il tema più caldo legato ai calciatori rossoneri arriva dalla Spagna e ricalca le indiscrezioni che già qualche mese fa avevamo introdotto: Theo Hernandez è il principale obiettivo del Bayern Monaco per il dopo Alphonso Davies. Fine del discorso, almeno per ora. Perchè se da una parte confermiamo quanto scritto da fine febbraio rispetto ai piani dei bavaresi, dall’altra parte sottolineiamo che la volontà del francese sarebbe quella di proseguire la sua avventura in rossonero, a patto che i discorsi legati al suo rinnovo di contratto arrivino ad un accordo soddisfacente per tutti. Un po’ come nel caso di Maignan, che peraltro vanta tra gli altri, proprio lo stesso corteggiatore del compagno di squadra.
Si avvicina il momento della prima uscita ufficiale da proprietario dell’Inter per il fondo Oaktree, e le ore di vigilia sono agitate dalle prospettive future di Lautaro Martinez. Il capitano dei nerazzurri rappresenta il principale asset a livello tecnico della rosa che ha appena conquistato la seconda stella, ma le discussioni legate al suo rinnovo di contratto continuano a tenere banco nonostante l’ottimismo palesato dalla dirigenza in tutte le circostanze in cui se ne sia avuta l’opportunità. Di diverso avviso l’agente del capitano dei nerazzurri, Alejandro Camano, che da perfetto interprete del suo ruolo, ha da una parte manifestato la volontà congiunta di proseguire con i colori nerazzurri, ma dall’altra evidenziato tutte le condizioni necessarie affinché il desiderio di entrambe le parti si esaudisca. Il valore del numero 10 è a tutti gli effetti paragonabile a quello dei più forti attaccanti del panorama mondiale? E allora anche il suo ingaggio deve crescere fino ad avvicinarsi a quelle cifre. Questo a grandi linee il senso delle esternazioni, che sviscerate raccontano di una richiesta iniziale da 12 milioni a stagione totalmente incompatibile con i bilanci in risanamento dei Campioni d’Italia. Motivo per il quale la trattativa tra le parti sarà destinata ad avere nuovi capitoli da scrivere. Aggiornamenti che metteranno in chiaro anche se la progettualità immaginata dalla nuova proprietà nerazzurra conterà sul valore sul campo del giocatore più decisivo dell’ultimo campionato, o se invece sceglierà di fondare le basi del futuro nerazzurro dalla maxi plusvalenza collegata ad un suo addio.
Tornando al domino panchine, le prossime ore saranno quelle decisive anche per il futuro di un assoluto fuoriclasse: Gian Piero Gasperini. Quello che ha fatto all’Atalanta equivaleva ad un trofeo già prima di sollevarlo al cielo di Dublino, figuriamoci come può essere interpretato dopo avere consegnato la sua creatura alla storia del calcio. La similitudine tra la moglie e l’avvenente corteggiatrice, lascia pensare ai romantici che al termine delle riflessioni ci possa essere un lieto fine con permanenza e rinnovo. La domanda che appare lecita sollevare è legata a tutte le altre squadre che hanno atteso la consacrazione continentale di questo allenatore per bussare alla sua porta. De Laurentiis lo corteggia da tempi non sospetti, ma tanto per fare un esempio concreto, nella lunghissima lista di candidati alla panchina del Milan, un Gasperini non ci sarebbe stato bene? Pensiamo assolutamente di sì, e difficilmente avrebbe alzato voci di dissenso.
Una chiusura sulla telenovela Barcelona: secondo le informazioni in nostro possesso, le smentite rispetto al confronto tra Deco, Bojan e Flick sono puramente strategiche. Il contatto c’è stato, prima che il dirigente blaugrana ammirasse le prodezze di Lookman a Dublino, ed il risultato è stato quello di ottenere la conferma da parte del tecnico tedesco della sua assoluta prima scelta rivolta ai catalani quali che siano i corteggiatori alternativi. Una linea di discontinuità rispetto a Xavi ed alla soluzione costruita alla Masia che porterebbe a Rafa Marquez. Una scelta generata piuttosto da Laporta e dal pressing asfissiante di Pini Zahavi. D’altra parte, se è da sempre considerato uno degli agenti più influenti del pianeta… un motivo ci sarà.