“Una impresa eccezionale, ma sarebbe riduttivo parlare solo ora della Dea, perché sono tanti anni che sta facendo cose straordinarie”: così l’ex Atalanta, Daniele Fortunato, intervenuto in esclusiva a SPORTITALIA, riguardo alla grande vittoria di ieri della squadra di Gasperini.
Mister, perché riduttivo?
“Perché per me vincere un trofeo o meno non cambia il giudizio, che era già da 10, su questa stagione e su quelle passate. L’Atalanta è sempre stata competitiva, ma per salvarsi, anche se noi arrivammo a quella semifinale in Coppa delle Coppe. Ma vincere così l’Europa League…”.
Poi lo fa con i conti sani, come ha sottolineato Gasperini.
“Sì, infatti si permette di spendere 30 milioni per Scamacca, il quale sceglie di andare lì anziché all’Inter. La società è cresciuta tantissimo, non è normale ciò che stiamo vedendo. Oggi l’Atalanta ha abituato tutti che arriva a questi traguardi”.
Gasperini poi parlava del fatto che ha avuto almeno 3 squadre diverse all’Atalanta. Come fa a far rendere tutti?
“Con il lavoro. Poi è uno di personalità e che chiede tanto, dunque dopo 2-3 anni è anche naturale che ci possa stare un ricambio. Per rinnovarsi”.
Ora Gasperini ammette di avere altre possibilità. Meriterebbe una chance in una big, posto che oggi sia difficile trovare di meglio rispetto all’Atalanta?
“Se la meriterebbe, ma il problema è che siamo l’Italia. Qui Allegri passa per incapace, è un mondo dove c’è tanta cattiveria nelle critiche. Thiago Motta invece, che stimo tanto, dopo una stagione grandiosa viene ritenuto adatto alla Juve. Il problema è che ora Gasp dovrà scegliere con attenzione”.
Perché?
“Perché in una big nessuno gli dirà “Ti dò 3 anni per vincere il campionato”. Alla Juve, al Napoli, al Milan non c’è tempo come all’Atalanta. Quando giocavo a Bergamo potevo prendere 7 in pagella e per la stessa prestazione prendevo 6 quando poi sono andato alla Juve”.
Difficile fare nomi in particolare, ma Lookman ha trovato il suo posto a Bergamo?
“Sì, possiamo fare altri 20 nomi di giocatori che prima di arrivare all’Atalanta non si esprimevano al meglio, per poi esplodere. Lui poi ha una capacità rara in Italia, quella di puntare l’uomo e calciare con precisione. E’ uno di quelli che Gasp ha rivalutato. Come Scamacca, sul quale il tecnico ha detto che non è un campione, ma che con il lavoro lo diventerà. Per non parlare di De Katelaere”.
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