L’ex centrocampista di Atalanta, Sampdoria ed Udinese, Fernando Tissone, ha rilasciato una intervista in esclusiva per SPORTITALIA. L’argentino ci ha parlato del suo amore per il calcio, che lo spinge a continuare a giocare in Eccellenza, assieme al fratello Cristian al Montegranaro, oltre che della sfida della Dea di stasera.
Fernando, a 37 anni il tuo amore per il calcio non è ancora calato, vedo.
“Mai (ride, n.d.r.). E’ da quando ho 3 anni che gioco, anche se non so ancora per quanto lo farò. La passione però è intatta e rimane per sempre. In vista della prossima stagione non so che farò, non ti nego che mi sto guardando intorno per capire come rimanere in questo mondo ed in quale veste, perché amo tanto questo sport”.
Da appassionato di calcio, che sensazione ti lascia vedere l’Atalanta giocarsi una partita del genere?
“Un’emozione incredibile, soprattutto perché voglio bene all’Atalanta ed a Bergamo, una città che mi ha dato tanto. C’è stato un po’ di rammarico perché non sono potuto andare a vedere la semifinale. Ero in città, ma non ho fatto in tempo a trovare un biglietto. L’ho vissuta da fuori ed è stato ugualmente bello. Nonostante non abbia vinto la Coppa Italia, in questa annata l’Atalanta ha già vinto, facendo una stagione meravigliosa, ora speriamo che arrivi un traguardo che sarebbe impensabile”.
Come dici tu l’Atalanta ha già vinto. Contro il Bayer Leverkusen però quante chance avrà di alzare il trofeo?
“Secondo me tante. In una finale c’è sempre grande equilibrio, nonostante si trovino squadre di alto livello. L’Atalanta affronterà sì una squadra fortissima, che ha trionfato in Germania, ma al contempo quella di Xabi Alonso non è che sia tanto più abituata a giocarsi le finali”.
Questa può essere una debolezza?
“Sì, la Dea dovrà quindi puntare su questa poca esperienza che possono avere gli avversari. Anche vedendo quanto fatto dalla Roma, che nel ritorno in trasferta ha fatto soffrire molto il Bayer. Se la Roma ha fatto la partita che ha fatto beh, l’Atalanta può fare anche meglio”.
Interpretare la partita come vuole Gasperini sarà importante, poi in questi match una giocata può fare la differenza. De Ketelaere e Scamacca in questo senso potranno essere decisivi?
“Sì, l’Atalanta oltre alla filosofia che ha, il progetto che ha portato avanti e la società sana che ha a capo, ha anche delle buone individualità. Non è che sia sempre una questione di gioco di squadra. Le individualità nei momenti difficili possono aiutare tanto, i due nomi che hai fatto sono importanti, poi ci sono i vari Pasalic, Lookman, Koopmeiners. Giocatori che fanno la differenza come questi in partite che all’inizio possono essere molto chiuse come questa sono determinanti”.
La Sampdoria ha annusato la possibilità di tornare in A. Che speranze hai per il futuro dei blucerchiati?
“Spero torni al suo posto, in A. Quest’anno la stagione era partita con una situazione molto difficile, ma nonostante un inizio non positivo hanno centrato i playoff giocando molto bene. E’ una squadra molto forte e con tradizione che merita di tornare in massima serie e di lottare per traguardi alti. La Serie B e la sofferenza che ha avuto in questi periodi non fanno per la Samp”.
Cosa servirà?
“Stabilità prima di tutto. Se dall’alto non si parte bene, è poi difficile cogliere risultati importanti. Le squadre che vincono sono quelle dove, a partire dalla dirigenza, tutti fanno le cose fatte bene, valorizzando così poi giocatori e staff tecnico”.
L’Udinese a 90 minuti dalla fine del campionato non è ancora salva.
“Spero veramente che ce la possa fare. Personalmente non ho mai visto l’Udinese in B e non ci voglio quindi neanche pensare. Come detto per la Sampdoria, anche i friulani devono restare in A e lottare per ciò che meritano”.