Una telefonata a dir poco da brividi quella che ha visto come protagonista Sebastian Vettel a margine di una tragedia bruttissima
Tre parole che non hanno affatto bisogno di alcun tipo di presentazione né altro: “Vinci per Antoine“. Con questa frase Pierre Gasly cercò di caricare Charles Leclerc poco prima del Gran Premio del Belgio e Spa nel 2019. In quell’anno, infatti, si verificò un terribile incidente che vide come vittima Antoine Hubert, pilota francese in orbita Renault venuto a mancare tragicamente.
Il transalpino morì nella Feature Race della F2 per via di un contatto, ad altissima velocità, all’uscita di Eau Rouge tra la sua Dallara e quella di Juan Correa. La vettura ha colpito la monoposto di Hubert con un angolo, e per lui non c’è stato nulla da fare. In quella occasione Leclerc non deluse le aspettative e soprattutto Gasly, vincendo quella gara e dedicando il successo proprio ad Hubert. In quel Gp partecipò anche Vettel che concluse al quarto posto rimanendo fuori dal podio.
Proprio Sebastian, in questi ultimi giorni, ha voluto rendere omaggio ad Ayrton Senna in occasione dell’anniversario della morte nel Gp di Imola (anche se il suo cuore smise di battere nell’ospedale di Bologna nel ’94). Lo stesso Vettel ha raccontato di aver pensato di smettere nel weekend di Spa e dunque di non correre quella domenica di festa per la Ferrari e per Leclerc. Il tedesco ha quindi parlato poi della telefonata con la moglie che, ancora adesso, gli fa tremare la voce.
Vettel e quella telefonata con la moglie dopo la morte di Hubert
In una intervista che ha rilasciato a “Motorsport-total.com” Sebastian Vettel ha evidenziato come non potrà mai dimenticare quella telefonata avuta con la moglie: “Ricordo ancora la telefonata con mia moglie dopo quello che era successo a Hubert, sul perché dovessi tornare in macchina, ma alla fine decisi di farlo perché è quello che adoro fare”,
Il tedesco ha quindi proseguito: “Tutti i piloti beneficiano ancora di quel weekend del 1994. Non nego che si è trattato di un momento cruciale per cercare di modificare gli standard di sicurezza. Se oggi sono qui è perché tutto questo non deve essere assolutamente dimenticato. Inutile ribadire che il pericolo nelle corse c’è sempre. Soprattutto quando si corre a velocità così alte. Da ribadire che la sicurezza sta facendo passi importanti, ma non siamo ancora sicuri al 100%“.