Situazione fluida e sostanziale tranquillità. Nonostante le voci contrastanti provenienti da autorevoli fonti finanziarie, in casa Inter si respira un clima di calma apparente in relazione all’imminente scadenza del termine attraverso cui Steven Zhang dovrà restituire il prestito al fondo Oaktree. Come noto, la soluzione identificata come più plausibile è quella di un ulteriore finanziamento, da parte di un altro fondo californiano come Pimco, come passaggio chiave per poi procedere alla progettualità sportiva impostando le basi per un passaggio ci proprietà che appare come inevitabile negli anni a venire. Gli indizi in tal senso, svelati nelle settimane passate da Repubblica, porterebbero ad un consorzio saudita vicino ma non direttamente coinvolto con l’ormai arcinoto fondo PIF. Nei prossimi giorni ci sarà inevitabile chiarezza in merito, e da lì potranno prendere il via tutte le strategie di mercato già impostate dalla dirigenza interista nelle settimane passate. Operazioni che passeranno attraverso l’obiettivo sostanzialmente già perseguito di blindare l’altro caposaldo del progetto Simone Inzaghi con un nuovo contratto a lunga scadenza. Poi sarà la volta, nell’ordine, del vicecapitano Barella e del capitano Lautaro Martinez: per i quali lo sforzo economico previsto dovrà per forza coincidere con un aumento del monte ingaggi e con i conseguenti sacrifici necessari per mantenere quantomeno inalterato l’equilibrio economico da parte dei Campioni d’Italia.
Oltre alle conferme, ad ogni modo, la dirigenza interista non lesinerà idee anche per quanto riguarda le prospettive in entrata. In questo senso, al di là degli affari già conclusi a parametro zero riguardanti Taremi e Zielinski, il nome di Gudmundsson è da tenere in forte considerazione. La base sulla quale fondare la trattativa deriva da quella promessa di attesa strappata da Ausilio ormai un mese fa all’entourage del giocatore, e per le prospettive di inserimento di contropartite tecniche che potrebbero avvicinare la valutazione fissata dal Genoa per il suo gioiello più luminoso. Un gioco ad incastri, al quale l’Inter potrà partecipare attivamente solo dopo il 20 di maggio, a patto che sull’asse Cina-California arrivino buone notizie.
La progettualità non farebbe difetto nemmeno a progetti illuminati ed esemplari a livello economico come Milan e Napoli. Tuttavia in entrambi i casi sarà necessario fare il prima possibile chiarezza in merito alla questione panchina. De Laurentiis si è asserragliato in difesa relativamente al nome di Antonio Conte, per il quale con Alfredo Pedullà abbiamo svelato retroscena e proposte per cercare di perseguire l’obiettivo più desiderato da parte di tutte le tifoserie (Milan e Napoli appunto) coinvolte nella possibilità di un cambio in panchina.
Per quanto riguarda invece il Milan la ricerca, quantomeno a livello giornalistico, prosegue. Rispetto a quanto abbiamo già raccontato nel dettaglio una settimana fa, svelando genesi e retroscena delle candidature delle quali stiamo raccontando da settimane, va aggiunta una tessera al puzzle che potrebbe trovare una rilevanza più ampia nei giorni a venire.
Come abbiamo anticipato su queste colonne la scorsa settimana, il rapporto tra Xavi ed il Barcellona nonostante gli annunci e le strette di mano, è tutt’altro che idilliaco. Le divergenze di vedute con la presidenza ed il direttivo restano molto profonde, specie per quanto riguarda la gestione dei cambiamenti della rosa in vista della prossima estate. Non è quindi escluso che la situazione possa precipitare, ed in tal caso potrebbero rinverdirsi i contatti con il Milan che già non sono mancati nelle settimane a venire con tanto di aggiornamenti che ci risultano essere stati sufficientemente recenti per poter rappresentare quantomeno un indizio. Lo capiremo nei giorni a venire.
In chiusura è inevitabile un riferimento alla gestione degli ultimi passaggi di Massimiliano Allegri per la sua esperienza sulla panchina della Juventus. Che le parti fossero destinate al commiato al termine della stagione è argomento noto ormai da diversi mesi, ma di certo l’atteggiamento tenuto dal tecnico dei bianconeri è stato quantomeno sorprendente per la distanza e la discontinuità rispetto a quello “Stile Juve” che la tifoseria ed il popolo bianconero gli hanno sempre riconosciuto. Il livore palesato nei confronti di una dirigenza che in maniera lecita ha preso la decisione di intraprendere strade diverse è impossibile da giustificare quando sfocia in atteggiamenti come quelli di mercoledì sera. La sensazione diffusa è che i titoli di cosa possano arrivare in anticipo rispetto a quanto messo in preventivo nella programmazione della stagione che verrà.
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