Giorni di esaltazione e di festa in casa del Bologna dopo la matematica qualificazione alla prossima Champions League ed il momentaneo terzo posto, che lunedì la squadra di Thiago Motta avrà l’occasione di consolidare in caso di vittoria contro la Juventus.
Chi questo traguardo lo ha vissuto con più coinvolgimento è sicuramente Riccardo Orsolini, che in rossoblu ha vissuto sei stagioni e mezza diventandone un simbolo e continuando a scegliere di rimanere nonostante i rumors di mercato che lo hanno sempre accompagnato: Orso quest’anno è arrivato in doppia cifra in termini di gol e si trova quindi ad una sola rete dal raggiungere il proprio record personale in una stagione in A (11, lo scorso anno).
In esclusiva per SPORTITALIA è intervenuto il padre del numero 7 dei felsinei, Paride, il quale ci ha raccontato tutto l’orgoglio provato dalla sua famiglia in questi giorni.
Cosa vi ha detto Ricky quando avete saputo della vittoria dell’Atalanta? Immagino l’emozione…
“Ancora non ho avuto modo di parlare con Ricky personalmente, lo incontrerò lunedì dopo la partita con la Juventus, ho solo
scambiato con lui qualche battuta al telefono ma, dalle poche parole, si percepiva tutta la sua euforia”.
Penso che vedere Ricky in Champions fosse un po’ il vostro sogno, ma vi sareste mai aspettati di poterlo vedere lì con il Bologna?
“Sicuramente il traguardo della Champions ci ha fatto emozionare e ancor di più averlo raggiunto con il Bologna, città alla quale tutti noi siamo molto affezionati. Gli auguriamo di non smettere di correre dietro ad un pallone e di continuare a sognare”.
Lo ha portato a fare i primi tiri quando aveva appena 3 anni e lui non ha mai smesso: usava i mobili come porte in casa?
“Sin da piccolo aveva la passione per il calcio, per renderlo felice bastava regalargli un pallone. Giocava in casa distruggendo tutto e appena poteva scappava fuori in piazzetta a fare partitelle con i suoi coetanei. Alla scuola calcio partecipava agli allenamenti con entusiasmo perché sognava di diventare un calciatore e noi lo abbiamo sempre sostenuto ritenendo lo sport essenziale per la sua crescita formativa. Comunque va detta una cosa”.
Quale?
“Che lo abbiamo stimolato a frequentare con profitto la scuola perché per noi era importante che studiasse. Lo abbiamo seguito nel suo percorso calcistico, facendogli capire che per migliorare ed ottenere risultati era fondamentale allenarsi con continuità e sacrificio. Ripete spesso di essere un ragazzo fortunato poiché è riuscito, con le sue forze, a fare della sua passione un mestiere. È un ragazzo solare e spiritoso che ama stare in casa e tornare, quando può, dalla sua famiglia”.
Il fatto che Spalletti fosse all’allenamento del Bologna qualche giorno fa l’ha fatta emozionare ancora di più, visto che Ricky è uno di quelli che può sperare di vivere un altro sogno, questa estate?
“Spero che possa rientrare nel giro della nazionale per gli europei perché so quanto Ricky ci tenga a vestire la maglia azzurra e sono convinto che, qualora accadesse, potrebbe dare il suo contributo. Ancora oggi ricordo con immenso piacere il suo volto pieno di gioia ed entusiasmo quando vinse la scarpa d’oro al mondiale under 20 in Corea”.
Cosa è scattato nel Bologna ed in particolare con Thiago Motta quest’anno secondo lei? L’allenatore è sembrato fondamentale.
“Mister Motta ha costruito il gruppo mettendo i giocatori allo stesso livello, li ha fatti sentire tutti importanti traendone da ognuno il miglior rendimento possibile. Nel calcio non si vince mai da soli e quando le cose funzionano è perché dietro c’è un lavoro di squadra che comprende tutti”.