L’ultimo tango di Massimiliano Allegri. Un ballo, però, costruito e interpretato al contrario, perché nella finale di Coppa Italia contro l’Atalanta abbiamo assistito al riassunto dell’ultima stagione del tecnico livornese sulla panchina della Juventus. Un trofeo, il quindicesimo per quel che riguarda la coppa nazionale, che rende la stagione più dolce, dopo aver raggiunto anche la qualificazione alla prossima edizione della Champions League, con gli obiettivi stagionali che sono stati portati a termine.
Oltre la gara tecnico-tattica della Juventus, bisognerebbe soffermarsi sulle varie fasi della partita vissute dal tecnico bianconero, che dal 1′ al 99′ non ha mai abbassato la guardia ma ha cercato di orchestrare e indirizzare i suoi. Dalla prima sostituzione, quella tra Fabio Miretti e Hans Nicolussi Caviglia, fino allo show finale che racchiudeva in sé qualcosa di mistico, uno sfogo che chissà da quanto aveva in corpo e che ha liberato nell’ultima notte che contava in questa stagione. Uno sfogo che potrebbe costare caro, e che racchiude tutte le difficoltà di questo triennio bianconero.
Ricordando a tratti la liberazione contro il Carpi, Allegri prima ha puntato il dito contro Gianluca Rocchi, poi si è preso l’omaggio dei suoi calciatori, allontanando Cristiano Giuntoli e confermando quindi una sintonia che tra i due non è mai sbocciata. Un finale di stagione travagliato: Allegri ha raggiunto gli obiettivi concordati con la società ma ha forse chiuso in modo discutibile, con un’avventura che – nonostante un trofeo conquistato – potrebbe avere un finale tormentato.