Sono stato il primissimo al posto di guida del “carro” di Antonio Conte al Milan: il boost motivazionale e mediatico che garantirebbe, è più forte di qualsiasi idea tattica o proposta calcistica in discussione. Resterò di questa idea fino a quando non vedrò Conte su un’altra panchina o un altro allenatore ufficialmente sulla panchina del Milan: i rumor di oggi e la lotteria di nomi a casaccio, pur rispettando la professionalità di tutti, non mi appassionano. Il nuovo allenatore del Milan – che come detto è verosimilmente già stato scelto e definito – sarà annunciato in un arco di tempo compreso tra martedì 21 maggio e domenica 2 giugno: l’addio di Stefano Pioli infatti sarà probabilmente annunciato all’inizio della prossima settimana, per permettere a San Siro di tributare all’allenatore il saluto che merita. Trattandosi di una risoluzione e non di un esonero, per fare questo andrà trovato un accordo in tempi brevi, con contatti che avverranno già nelle prossime ore: sarebbe interesse di tutti non creare intoppi, proprio per far sì che a San Siro, prima e dopo la sfida con la Salernitana, risuoni “Pioli is on fire” per l’ultima volta. Dal comunicato ufficiale di divorzio con Pioli, bisogna contare almeno 24 ore di rispettoso omaggio, forse di più: ecco perché è più probabile che l’annuncio arrivi da lunedì 27 in poi, che prima. C’è poi la fastidiosa quanto remunerativa amichevole di Perth, il 31 maggio: dovrebbe essere l’ultimo impegno di Pioli, ma non è escluso che in panchina possa sedersi invece Daniele Bonera, anche e soprattutto come gesto di cortesia nei confronti di Pioli, per permettergli di essere libero di trovarsi una nuova squadra in quei giorni molto caldi, anche per il suo futuro (Napoli e Bologna su tutte). In fondo, in quel Milan-Roma, mancheranno già tutti i Nazionali: non è importante chi c’è, ma il portare la maglia rossonera in Australia e nulla di più, per motivi di business. E allora qualcuno dice che possa essere proprio quella la giornata in cui arriverà l’annuncio del nuovo allenatore: ipotesi che sarebbe sicuramente più calda se la mini-tournée fosse in un mercato strategico, come USA o MENA. In Australia, con tutto il rispetto, francamente si fatica a coglierne la ratio. Ciò che è certo però è che al più tardi al rientro, e siamo al famoso 2 giugno, il Milan avrà finalmente il suo nuovo allenatore. Sarà Antonio Conte? Non possiamo escluderlo categoricamente, ma nemmeno illudere nessuno che sarà così. Per il momento ci limitiamo a veicolare l’identikit fornito dagli ambienti Milan: straniero, giovane, condiviso da tutte le componenti societarie, gradito a tutti e – udite udite – mai filtrato sui giornali, cosa abbastanza clamorosa, visto che ormai siamo verso quota 50. Che sia l’ultimo grande “smoke screen” oppure un profilo reale, lo scopriremo solo a cose fatte. Nel frattempo, è importante iniziare a mettersi in testa tutti che c’è vita anche, eventualmente, oltre Antonio Conte. “Letizia sta mettendo le mani avanti”, starete pensando: no, fermate la dietrologia. Il concetto da scolpire è che l’allenatore è importante, ma non è solo l’allenatore: c’è un mercato da aggredire e una squadra da rinforzare. L’addio di Olivier Giroud apre una voragine che va riempita al più presto: Benjamin Sesko sarebbe l’uomo giusto al posto giusto, a prescindere dalla guida tecnica. Come a prescindere dalla guida tecnica servirà un mediano, perché negli anni non sono stati sostituiti né Kessie né Tonali. Da sottolineare l’occasione Kephren Thuram: il fratello di Marcus viene via da Nizza a prezzo di saldo (non più di 20 milioni, dicono i rumor dalla Francia), piace a Moncada e ha tutto per rappresentare il tassello mancante in un reparto su cui forse non basterà cambiare solo una pedina. Sul laterale destro, come sul centrale, le altre due “evidenze” di mercato, invece è necessario capire il contesto tattico: se il nuovo allenatore giocherà a 3, largo a un esterno di gamba e di spiccata attitudine offensiva (il citato Emerson Royal, che vede al primo posto degli allenatori che lo hanno schierato di più proprio Conte, sarebbe perfetto). Se invece si tratterà ancora di linea a 4, servirà una soluzione più equilibrata. Stesso discorso per il difensore: che sia un marcatore puro, un braccetto o un costruttore di gioco, dovrà deciderlo il nuovo allenatore. Raduno a Milanello nella prima settimana di luglio, senza i nazionali, che avranno 21 giorni di ferie dall’uscita delle loro squadre da Europei e Copa America. Chi ci sarà ad accoglierli sarà importante, fondamentale, ma solo una parte del discorso di un’estate in cui il Milan deve ritrovarsi: costi quel che costi.