La clamorosa sconfitta subita da Djokovic a Roma rappresenta a suo modo un evento storico: non succedeva da tanto tempo
Proprio lui, l’uomo dei record, il tennista che detiene non solo il maggior numero di titoli Major in bacheca (24), ma anche quello con più Masters 1000 in cascina (40) e più settimane in testa alla classifica da numero uno del mondo (425), è caduto. Infrangendo un piccolo primato negativo che resisteva da anni.
È assolutamente pazzesco quanto accaduto sul campo centrale del Foro Italico nel match tra Novak Djokovic, leader della classifica mondiale e ovviamente del seeding, ed Alejandro Tabilo, 26enne cileno numero 32 del ranking. Quest’ultimo, in poco più di un’ora di gioco, ha infatti eliminato il favoritissimo campione infliggendogli un inequivocabile 6-2 6-3 che lascia poco spazio alle discussioni.
L’impresa di Tabilo ricorda molto da vicino quella di Luca Nardi ad Indian Wells. La vittoria del 20enne pesarese fu uno dei più rumorosi campanelli d’allarme nella travagliata stagione del quasi 37enne belgradese. L’azzurro, proveniente dalle qualificazioni, è infatti passato alla storia come il primo giocatore in assoluto fuori dalla Top 100 – e arrivato al torneo da ‘lucly loser’ – a battere il serbo in un torneo Masters 1000.
Ebbene la sconfitta patita a Roma da Tabilo ha rappresentato, per Djokovic, un altro duro colpo da digerire in termini di rarità dell’evento. Il portale ‘Quindici Zero’, attivo su X, ha sfornato un dato statistico che la dice lunga sulla portata della caduta romana del fuoriclasse slavo.
Se la sconfitta con l’allora numero 123 del ranking mondiale – curiosamente subita esattamente due mesi prima del match contro Tabilo – era avvenuta tutto sommato lottando, col serbo che era riuscito ad incamerare il secondo set, al Foro Italico è accaduto l’impensabile. Il punteggio, del resto, parla chiaro.
Djokovic ha perso da un avversario fuori dalla Top 30 in un match di un torneo Masters 1000 senza vincere un set a tre anni di distanza dall’ultima volta. Questo la dice lunga sullo stato di crisi del campione, ancora a secco di titoli (e di finali) in un 2024 da incubo. Nole appare in caduta libera. Non solo nella Race annuale, che lo vede mestamente al 12esimo posto, ma anche nella missione di difendere il numero più alto possibile di punti rispetto a quelli conquistati nel 2023.
Il tanto chiacchierato possibile sorpasso di Jannik Sinner in vetta al ranking mondiale è ormai quasi realtà. Anche se il campione altoatesino non dovesse esserci a Parigi per il Roland Garros, scavalcherà Djokovic al numero uno se quest’ultimo non dovesse raggiungere almeno la finale nella capitale francese.
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