L’impresa dell’Atalanta di ieri sera si somma alle tante fatte in questi anni di gestione di Gasperini: i bergamaschi ora avranno l’occasione di realizzare un qualcosa che mai si è visto nella propria storia. Nemmeno nel caso di quella famosa semifinale di Coppa delle Coppe del 1988 persa contro il Malines.
Chi quella storica sfida la visse dal campo è Daniele Fortunato, che è intervenuto in esclusiva a SPORTITALIA per parlarci delle sue sensazioni all’indomani del 3 a 0 della Dea al Marsiglia.
La partita dell’Atalanta le ha fatto venire in mente bei ricordi?
“Sì, ma bei ricordi me li fanno riaffiorare da anni. Stanno facendo delle cose fantastiche non solo da questa stagione, quindi da quel punto di vista lì è una conferma di tutto il lavoro fatto da questa società, da questo allenatore, da questi giocatori. E’ tutto bellissimo, non è una cosa nuova che debba stupire, e aggiungo una cosa”.
Quale?
“Non è che ora debbano mettere il punto esclamativo su nulla, non gli darei un voto più alto alla stagione nel caso di vittoria di un trofeo o due”.
E quale sarebbe il voto?
“10, è sempre il massimo per questo gruppo. Certo, poi spero in questa grande soddisfazione”.
In questi giorni si ricordava anche la vostra impresa di arrivare in quella semifinale, questa Atalanta ha l’occasione di andare anche oltre…
“Sì. Mi faccia dire che noi eravamo una squadra di Serie B, nessuno può toglierci quel record (ride n.d.r.). Però quello che sta facendo adesso l’Atalanta è unico nella sua storia, quindi sono tanto contento. Indipendentemente dal campo poi l’Atalanta sta lavorando bene come società, a livello anche economico, con grandi affari e lavoro. In panchina c’è un maestro come Gasperini, che merita un trofeo, spero due”.
Da suo collega, si sente di condividere il fatto che a volte è anche troppo poco celebrato Gasperini?
“In Italia i grandi allenatori sono considerati quelli che vincono, che allenano le grandi squadre. Se tu la mattina apri i giornali leggi di Inter, Milan, Juve, Roma, un po’ la Lazio e adesso si è un po’ inserita l’Atalanta. Gente come Mourinho che ha vinto tutto oggi è considerata alla stregua di un magazziniere, Allegri sembra non sappia più allenare. Noi giudichiamo in base al risultato: se fai gol prendi 7, se non lo fai 5. Gasperini oggi è il migliore in A. Ha dimostrato di meritarsi una big, anzi: l’Atalanta oggi è una squadra che non è inferiore a nessuno”.
Nemmeno alla Juve che affronterà in Coppa Italia?
“No, lì non vedo una favorita. Una volta arrivammo a giocare la finale di Coppa Italia abbiamo, andatevi a leggere i nomi della Juventus che avevamo eliminato…”.
A proposito di Juve: cosa servirà per ripartire?
“In questi due-tre anni, al di là delle questioni legate alla penalizzazione, io vedo che ha sempre avuto una rosa da terzo-quarto posto. E’ stata inferiore all’Inter come tutte quest’anno, così come al Napoli lo scorso. Può arrivare seconda o quarta. Poi essere soddisfatti di ciò che si sta vedendo è un altro discorso, ma a livello di obiettivi, non vedo come potesse competere con i nerazzurri. Ha fatto ciò che doveva, anche se poteva giocare meglio”.
I bianconeri comunque sembra ripartiranno da un nuovo allenatore che potrebbe essere Thiago Motta. Ci sta cambiare rotta a livello di filosofia?
“Il problema di base è che tutto ciò che hai fatto fino a ieri non conta nulla. Conta ciò che fai a partire da oggi. Quindi vedo difficile di continuare con Allegri. Ci sta un cambio, Max sono tanti anni che è in bianconero fra la precedente esperienza e questa, anche se la sua Juve è stata l’unica a mettere in dubbio lo Scudetto dell’Inter. Thiago Motta può essere adatto, è bravo. Poi certo, essere alla Juve è diverso”.
Può farcela a fare bene come in provincia?
“E’ diverso giocare o allenare Bologna, Atalanta rispetto alla Juve, ma proprio tanto. Mi ricordo quando giocavo: all’Atalanta a volte prendevo 7 in pagella, mentre facendo prestazioni simili in bianconero prendevo la sufficienza. Ci si aspetta molto, molto di più. Thiago Motta è il più maturo a farcela rispetto ai tanti emergenti, anche come carattere”.
Quale allenatore vedrebbe invece bene sulla panchina del Napoli?
“Spero non sia Gasperini, per l’Atalanta (ride, n.d..r.). Non è facile allenare nemmeno lì. In pochi ricordano che il Napoli di Spalletti nell’ultima parte di stagione perse con una squadra in lotta per non retrocedere, perché questi giocatori se dopo aver vinto danno il 5% in meno diventano più normali”.