Dopo aver scritto la storia, arrivando in finale di Europa League, Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta ha commentato così il trionfo della sua squadra sull’Olympique Marsiglia. Un 3-0 che non lascia spazio a discussioni per la Dea che a Dublino nell’ultimo atto della seconda competizione europea affronterà il Bayer Leverkusen.
Il tecnico dell’Atalanta commenta subito la gara e la conquista della finale da parte della sua squadra: “Giochiamo tante partite, non è semplice giocare sempre al meglio, ci sono alcune gare in cui fai fatica. Questa sera è stata una bella vittoria. Lo avevo già detto ieri, c’era una città intorno a noi, quando ci sono queste emozioni e queste energie è chiaro che i giocatori le percepiscono. Era una partita speciale, l’hanno interpretata nel modo migliore“.
Qual è stato il primo pensiero al fischio finale?
“Un po’ il pensiero è già andato alla finale, anche se abbiamo ancora un po’ di partite da giocare. Credo che sarà un appuntamento storico, per squadre come la nostra, che non hanno numeri per poter vincere. È davvero incredibile, ma è di buon auspicio per tutti. I numeri sembrano importanti, sembra che bisogna avere necessariamente le Superleghe, ma l’esempio dell’Atalanta può dare speranza. Il calcio è bello per meritocrazia, non per diritti acquisiti geneticamente“.
La gara di stasera?
“Questo è il nostro dna, c’erano tutte le condizioni per giocare una partita offensiva, con un tridente composto da attaccanti. È stata una forza, anche se potevamo essere più concreti, abbiamo tenuto la partita aperta fino al 2-0 di Ruggeri“.
Stasera cosa può dire del gol di Ruggeri?
“Sono felice per lui, ha fatto un gol straordinario, ha avuto capacità di inserirsi e coraggio. È un ragazzo straordinario, è un degno ragazzo cresciuto a Zingonia e nell’Atalanta“.
Se l’aspettava così bello?
“È un traguardo storico per noi, abbiamo festeggiato anche dopo Liverpool, dopo lo Sporting, è giusto che sia così. Sappiamo benissimo che non è finita, prima ci sarà la Roma, poi la Juventus. L’Europa League è più prestigiosa“.
Gil Manzano era lo stesso arbitro di Zagabria. Quanto è cresciuta l’Atalanta di Gasperini?
“A Zagabria a un certo punto io e Gritti ci guardavamo, pensavamo di essere finiti in un’altra dimensione. Tutte le volte in cui abbiamo preso cinque gol ho pensato di giocare in maniera diversa, ma siamo stati testardi. Quest’anno abbiamo fatto un percorso davvero notevole cercando di portare avanti la nostra identità“.
Che cosa pensa del Leverkusen?
“Li abbiamo incontrati due anni fa, a questa finale arrivano due squadre che forse non piacciono alle televisioni per l’alto gradimento, se vogliamo è una novità. Questo lascia sperare tante squadre, lascia pensare che il calcio si può fare senza avere milioni di persone di seguito. Il calcio è anche per i 14mila di questa sera“.