Nell’ultimo fino settimana di Miami è arrivato il primo sigillo, in Formula 1, di Lando Norris. Aspettato, auspicato e per certi versi, da qualcuno, anche temuto. Perché la crescita del progetto McLaren è concreta e tangibile nei numeri, e se in Australia la doppietta Ferrari si era sviluppata anche, ma non solamente, sul guasto che ha costretto al ritiro la RB20 di Verstappen, in Florida Lando si è regalato lo scalpo più eccellente, lasciandosi alle spalle fin sotto la bandiera a scacchi il cannibale olandese.
La McLaren e Norris, nella domenica di Miami, hanno di fatto battuto Verstappen e la Red Bull, che sia una notizia è evidente, che possa aprire nuovi scenari vale la pena valutarlo. Certo, la safety car scelleratamente introdotta dopo l’incidente, al giro numero 28, tra Magnussen e Sargeant ha permesso a Norris di gestire in totale, ed insperata, serenità il suo pit stop oltre che una fase determinante della gara, penalizzando, al tempo stesso, il tentativo di rimonta dello stesso Verstappen ma anche, e se possibile, di Charles Leclerc.
Premessa doverosa, tanto quanto che a Miami sono arrivate la sesta pole position in altrettanti tentativi e la seconda vittoria in una Sprint Race, anche qui nello stesso numero di occasioni a disposizione, per Max Verstappen. Il campione del mondo e la Red Bull restano, ancora e nonostante i terremoti interni all’organigramma del team austro inglese, catalogabili sotto la voce “di un’altra categoria”. Tuttavia, pensare a dove fosse la McLaren meno di un anno fa e a quanto, di buono, il nuovo corso voluto e capitanato da un italiano, Andrea Stella, sia riuscito a raggiungere in così poco tempo colpisce e convince.
La MCL38 è un vettura veloce e un progetto affidabile (nessun ritiro sin qui in stagione, ndr), capace di far tesoro degli errori commessi in passato e di capitalizzare al massimo gli sviluppi che la sua predecessora, la MCL60, aveva assimilato e mostrato in tutti i suoi brillanti progressi nella seconda metà del campionato dello scorso anno.
A tutto questo, naturalmente, si aggiunge un roster di piloti giovani, talentuosi e affamati. A Miami è toccato a Norris (classe ’99), dopo 15 podi e 109 tentativi, stappare lo spumante dal gradino più alto del podio, tutto ci fa pensare che non manchi molto prima che la stessa scena possa viverla anche Oscar Piastri, classe 2001, con già due podi ed una Sprint Race in bacheca in neanche un anno e mezzo in Formula 1.
All’ombra del dominio Red Bull, e nascosta dai problemi e dai proclami di Ferrari e Mercedes, è cresciuta una nuova giovane McLaren, che appena un anno fa galleggiava a stento tra la decima e la diciassettesima posizione, e che oggi si concede il lusso di sfidare e battere la Red Bull.