Il futuro del Milan, chi siederà sulla panchina rossonera, è certamente una delle tematiche più calde del momento e che si trascinerà nelle conseguenze sino alla prossima estate. La sensazione diffusa è che in casa rossonera si stia navigando a vista, perlomeno per quanto fatto trapelare, in attesa di una scelta in grado di mettere d’accordo tutte le componenti della società, dello spogliatoio e a questo punto anche della tifoseria.
Inutile nascondere come la sommossa popolare che ha avuto i social network come inusitata cassa di risonanza, abbia influenzato la decisione altrimenti di puntare su Julen Lopetegui come prossimo allenatore.
Una situazione che rappresenta un unicum nel suo genere, e che sottolinea da una parte l’attenzione della proprietà nei confronti della voce del popolo con le conseguenze che ne sarebbero potute derivare (a partire dalla mancata affluenza sugli spalti), ma dall’altra anche la mancanza di chiarezza a livello di una programmazione che al 3 di maggio dovrebbe essere ad un livello ben differente.
Il ballo delle alternative è quello che sta tenendo banco, senza che all’orizzonte vi sia una scelta ben definita. Partiamo dal nome che scalda quella stessa tifoseria che ha indirizzato il cambio di rotta a tinte rossonere: Antonio Conte. In questo caso è opportuno sgomberare il campo dalle facili associazioni di idee legate al passato turbolento e pretenzioso dell’ex tecnico di Juventus, Inter e Tottenham. Per il Milan, l’allenatore leccese sarebbe stato disposto a diventare frontman di un progetto votato al futuro, in cui fossero però chiare anche aspettative e tempistiche ad esso collegate. La palla passa a chi di dovere.
Le idee alternative sono sempre le stesse, partendo da Paulo Fonseca, in scadenza di contratti con Lille e che ormai da un mese è stato proposto e valutato da via Aldo Rossi.
Passando per l’altra idea portoghese che Jorge Mendes (fuori dal discorso Lopetegui nonostante le voci contrastanti) sta cercando di spingere verso Milano, ovvero Sergio Conceicao. Una soluzione che sembrerebbe peraltro incontrare il favore della piazza perlomeno a livello mediatico. Esattamente come non sembra essersi scaldata la pista De Zerbi, né per il Milan né per la Baviera.
Il paradosso è che sembri presto per poter arrivare ad una definitiva scrematura in merito alla fattispecie rossonera, ma che osservando il quadro da lontano si veda come il Milan sia in un ritardo piuttosto evidente rispetto alle possibili contendenti al titolo per la stagione che verrà. Soprattutto per quanto riguarda una sessione di mercato in cui le priorità sembrano piuttosto chiare al punto da prescindere dalla scelta della guida tecnica. Il centravanti, anzitutto. Zirkzee è la prima scelta, ma è evidente che la concorrenza sia piuttosto agguerrita e possa contare su armi di primo livello come quelle del tecnico che ne ha sgrezzato il talento sino a farlo brillare alla lucentezza che conosciamo. Un centrocampista centrale: ai rossoneri è stato offerto Hojbjerg che presenta però una problematica relativa all’ingaggio attualmente percepito al Tottenham. Un difensore centrale di prospettiva e soprattutto un esterno difensivo destro che possa alzare in maniera sostanziale il livello rispetto alle alternative attualmente presenti in rosa.
Altrove le squadre sono già impostate, il Milan non può permettersi di recuperare un ritardo così importante partendo anche un mese abbondante dopo la concorrenza.
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