Dopo l’esperienza in Romania al Footbal Club U Craiova, l’allenatore Giovanni Costantino – già passato da Cipro, Slovacchia ed Ungheria (sia club che come vice di Rossi in Nazionale) – si rimette in gioco in cerca di un nuovo progetto.
Il tecnico messinese è intervenuto in esclusiva per SPORTITALIA, per parlare della chiusura dell’ultima avventura ed anche per commentare la situazione di alcuni colleghi di Serie A come Gasperini, uscito indenne dalla trasferta di Marsiglia ed i criticati Pioli ed Allegri.
Mister, ha voglia di ripartire?
“Sicuramente. L’esperienza al Craiova è stata positiva, poi alcune situazioni non erano così positive per poter andare avanti. Se una squadra non vince più una partita dopo il tuo addio… evidentemente c’erano dei cambiamenti da fare che la società non ha voluto portare avanti, preferendone altri”.
Avrebbe voglia di rientrare in Italia?
“Ho più mercato all’estero che in Italia devo dire e forse ci potrebbero essere possibilità più allettanti altrove”.
E’ anche più facile lavorare all’estero per certi versi?
“Ogni posto ha le sue difficoltà, bisogna sapersi adattare, non c’è un contesto in cui è più facile o meno. Diventa tutto più facile quando è la società ad essere seria ed a portare avanti un progetto come si deve”.
Il calcio italiano è cambiato, non siamo più difesa e contropiede? Anche lei si sente di dover sempre rinnovare in tal senso?
“I numeri lo dimostrano, anche io mi sto tenendo al passo. Anche il mio Craiova era lontano dal concetto di calcio italiano. Sicuramente fra possesso palla, pressing ed occasioni offensive avevamo numeri più alti della media. Penso di sì, la via è quella di un calcio diverso, meno conservatore e più spregiudicato. E’ una cosa anche logica: per vincere bisogna fare gol. Se non ci provi vai in difficoltà. Avere una squadra con una identità ben precisa è fondamentale per ogni tecnico”.
L’Atalanta è in finale di Coppa Italia e semifinale di Europa League. Pensa che Gasperini paghi troppo il fatto che in Italia si guardi il curriculum, anche se di fatto non ha mai avuto la squadra per vincere?
“Domanda difficile, innanzitutto Gasperini per me è fra i 5, forse 3 migliori italiani in assoluto. Ho sentito di accostamenti con big e non so quanto sia stato effettivamente vicino, ma negli ultimi anni è stato quasi rivoluzionario vista la via che ha preso il calcio”.
Tanti allenatori sembrano essersi ispirati anche a lui, non trova?
“Ha dato una via che poi, grazie anche ad una società che ha garantito stabilità, è stata seguita ed ha dato pienamente i suoi frutti. Non dimentico per esempio il fatto che in tutti questi anni il tecnico dei bergamaschi possa aver avuto anche qualche problema con qualche giocatore, ma la società gli ha sempre dato la possibilità di portare avanti il proprio credo. La forza di Gasp è lui stesso, ma anche la società alle sue spalle”.
Da tecnico cosa ne pensa delle tante critiche che bersagliano Pioli ed Allegri?
“Per Allegri penso sia anche un discorso economico per la Juventus, dato che ha un ingaggio molto oneroso. Bisogna anche considerare l’instabilità societaria degli ultimi anni ed il fatto che lui sia comunque riuscito ad arrivare a certi risultati. Quest’anno non sta facendo grandissime cose, ma bisogna vedere che ne pensa il suo club e per lui penso ci sia anche riconoscenza per il suo primo ciclo bianconero”.
E Pioli?
“Su Pioli è un discorso differente, ha vinto uno Scudetto un po’ a sorpresa, penso abbia fatto il massimo per il Milan. Per fare ancora di più servirebbero degli investimenti e la società fa quello che può. In alcuni momenti penso sia anche giusto cambiare, sia per la società che per l’allenatore. Si tratta di cicli e di stimoli”.