Editoriale Calcio

Pioli e Allegri, comunicazione assurda. Il Nopetegui spopola e incide. Juric “a sinistra”. Bari, come ti hanno ridotto…

Il mondo degli allenatori è variopinto. Ma non c’è solo la tecnica, la tattica, bisognerebbe curare anche la comunicazione. Le ultime sortite di Allegri e Pioli sono state imbarazzanti. Max, ormai un predestinato da mesi ai titoli di coda in casa Juve, si sta aggrappando alla zona Champions, dimenticando che per due anni di fila (aprile 2022 e aprile 2023) aveva garantito che “la prossima stagione lotteremo per lo scudetto”. Della serie: se si promette, solitamente si mantiene. E se non si mantiene, di solito si spiega. Nulla di tutto di questo, Allegri va avanti imperterrito come se nulla fosse. L’aspetto più imbarazzante è un altro: la Juve sta tagliando il traguardo grazie ai pareggi degli altri. Arriverà terza, quarta o quinta, il senso non cambia. E non cambierebbe se Allegri alzasse l’unico trofeo di tre anni orribili, la Coppa Italia, ma consigliamo di non sottovalutare l’Atalanta che gioca – non improvvisa – con un organico magnificamente assortito. Pioli ha fatto almeno quanto Allegri dal punto di vista mediatico, se non peggio, trovando sempre scuse assurde per giustificare alcune incompiute. Morale: se dobbiamo giudicare il ciclo rossonero di Pioli, di sicuro bisogna dargli i meriti di una ricostruzione con risultati. Ma se urge giudicare gli ultimi due anni, restano molti dubbi e la bilancia pende poco dalla sua parte. Una cosa va ribadita: Furlani tenga conto dei tifosi nella scelta del nuovo allenatore. Per essere più chiari: non bisogna essere condizionati dalle gente, ma tenerne conto sì, cosa che sta accadendo in queste ore. La ribellione a Lopetegui è stata impressionante, un plebiscito al contrario che inevitabilmente lascia traccia. Non è giusto dire “il tifoso rossonero vuole Conte” (fin qui mai trattato), ma sarebbe più giusto rendersi conto di quanto Lopetegui sia il meno gradito. Restiamo della nostra idea di sempre: il Milan ha bisogno di un profilo top. Ora vediamo se tra Fonseca, Van Bommel e chissà chi si arriverà alla suddetta quadratura filosofica che inciderà non poco nel futuro e nelle ambizioni del club. La domanda resta sempre la stessa e va ribadita: siamo convinti che Ibrahimovic incida per il 51 per cento nella scelta del nuovo allenatore? Dicono di sì, ma il timore è che si tratti di un’interpretazione non obbligatoriamente suffragata dai fatti. Oppure di una pura declamazione verbale.

Poi c’è Ivan Juric, due milioni a stagione, che dopo l’ennesima sconfitta del Torino dichiara: “Non ci arrendiamo, l’importante è finire nella parte sinistra della classifica”. Quindi, secondo Juric (giusto ribadire: due milioni a stagione) l’ennesima incompiuta passerebbe in cavalleria persino se si centrasse un banalissimo decimo posto. Siamo davvero sempre più dentro un contenitore di ricercatori di alibi senza senso. Per un obiettivo del genere il club avrebbe potuto prendere qualsiasi tipo di allenatore, probabilmente avrebbe avuto più chance di vincere almeno un derby. Il problema è che il Torino si prepara a chiudere l’ennesima stagione insipida, che Vagnati ha ribadito di essere un direttore sportivo non all’altezza delle ambizioni granata, che non è un caso se gli altri vanno in semifinale o in finale e da quelle parti restano sempre a guardare. Adesso si rimescoleranno le carte e si ripartirà: ciak si (ri)gira, sono quasi vent’anni che va in onda lo stesso film dal copione scontato.

Ma c’è chi sta peggio. In questa stagione la famiglia De Laurentiis ha deciso di mettere Napoli e Bari nello stesso frullatore, se l’avessero fatto apposta non sarebbe stato possibile un profitto peggiore. Il Napoli è uscito da qualsiasi obiettivo prestissimo, praticamente all’alba. Dopo lo scudetto, ADL si preparava a perdere/salutare Spalletti, Giuntoli e Kim, dopo lo scudetto Marotta-Ausilio hanno annunciato l’arrivo di altri due calciatori (Zielinski più Taremi) non nascondendo il desiderio di trattenere tutti i migliori: differenza abissale. Ma il Bari è peggio tra priorità e management: hanno sbagliato tutto dopo la promozione sfiorata, un disastro. Mignani non andava confermato, Marino non andava preso, Iachini lo hanno chiamato pensando che fosse il Mago Zurlì. Sorvoliamo sul mercato organizzato ad minchiam come direbbe il compianto Professor Scoglio. Ma ancora di più ha pesato la gestione: alcuni acquisti sarebbero stati giusti se non fosse mancato il resto… Adesso bisogna evitare addirittura evitare la retrocessione in C: povero Bari, ti hanno fatto davvero a pezzi.

Alfredo Pedullà

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