Non si sarebbe davvero potuto pensare ad una dedica più speciale di questa: tifosi commossi, indimenticabile Senna
A Ginevra saranno battuti all’asta 8 degli orologi più pregiati della collezione di Michael Schumacher. A Miami, invece, gli acquirenti più veloci e generosi potranno accaparrarsi alcuni caschi iconici della F1, incluso quello che Niki Lauda indossava il giorno del terribile incidente al Gran Premio di Germania.
Non è stata da meno Torino, nella cui cornice si è ben pensato di organizzare un evento, altrettanto importante, anch’esso legato al mondo della Formula 1. Nel 2024, come certamente sapranno gli appassionati di corse e motori, ricorre un anniversario toccante, quello dei 30 anni dalla scomparsa di Ayrton Senna.
Era giusto, anzi giustissimo, celebrare il grande campione in grande stile. Al come ci ha pensato il Museo nazionale dell’automobile di Torino che ha allestito una mostra che definirla unica nel suo genere sarebbe estremamente riduttivo. Il tempio dell’industria automobilistica nostrana e del motosport ha voluto rendere omaggio al campione brasiliano con una passeggiata, chiamiamola così, sul viale dei ricordi. Un viaggio che i visitatori, statene certi, non dimenticheranno mai.
Saranno ben 255, pensate un po’, i “pezzi” appartenuti a Senna in esposizione al Mauto. Tra oggetti di vario genere, testimonianze e lettere, come quella indirizzata al presidente della FIA Jean Marie Balestre, ci sarà di che sognare. E di che commuoversi, considerando che la mostra in questione è stata pensata come una vera e propria full immersion nella gloriosa carriera del pilota di San Paolo.
Ci sarà spazio, naturalmente, anche per le monoposto che ha guidato nel corso degli anni in F1, nonché per una serie di cimeli che causeranno un tuffo al cuore ai visitatori della mostra a lui dedicata.
Tra caschi e tute, trofei e scarpe, l’esposizione si snoderà in un crescendo di emozioni che culminerà, poi, nella sezione riservata ai volanti Nardi e Personal. Che non sono, attenzione, dei volanti qualunque. Ayrton, così riferisce il CEO del marchio, era dotato di grande sensibilità, ragion per cui aveva delle richieste ben precise: voleva una corona più grande di quelle generalmente in uso, un diametro di 298 mm e un’impugnatura sottile che fosse all’altezza delle sue esigenze.
Prediligeva i volanti italiani, tanto è vero che in occasione dei 3 Mondiali conquistati guidava un’auto che montava, per l’appunto, delle “produzioni” nostrane. Motivo in più per visitare la mostra e per concentrarsi sui dettagli, così da potersi immergere a 360° nel mondo dell’indimenticabile campione di F1.
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