Jannik Sinner non è riuscito in un’impresa clamorosa: purtroppo almeno in questo caso si è dovuto arrendere ad un altro mostro sacro del tennis
Jannik Sinner spera di poter completare la sua straordinaria stagione con altri acuti negli Slam e con un grande cammino olimpico. Nel frattempo, però, c’è da trovare la giusta confidenza con la terra rossa in vista di Parigi.
Gli ultimi sei mesi di Jannik Sinner sono stati davvero incredibili. Ovviamente le stigmate del campione si intuivano sin dal 2019, quando conquistò le NextGen ATP Finals di Milano (contro De Minaur) e mostrando al mondo cosa sarebbe diventato. Da lì ne è passata di acqua sotto i ponti e l’evoluzione è stata clamorosa. Prima la separazione discussa da Riccardo Piatti, poi il duo Vagnozzi-Cahill e uno staff migliorato sotto ogni aspetto. La crescita fisica spaventosa, con molta più resistenza allo sforzo prolungato e la testa sempre focalizzata sull’obiettivo.
Il target resta quello di diventare numero uno del mondo e vincere più Slam possibili. A Melbourne non ha lasciato scampo nemmeno a Novak Djokovic, superato in semifinale prima di concludere con una magnifica rimonta contro Medvedev. Sinner sa di non poter mollare nemmeno un millimetro la presa, se davvero vuole tenere testa al serbo e ad Alcaraz, in questa corsa verso la perfezione che non ha mai fine. Intanto, però, deve incassare “una sconfitta” proprio dal numero uno del ranking.
Nelle scorse ore si sono tenuti a Madrid i Laureus World Sports Awards 2024, ovvero i premi assegnati ai personaggi sportivi più influenti dell’anno scorso. Praticamente l’Oscar dello Sport, volendo paragonarlo alle statuette che vengono consegnate al Dolby Theater di Los Angeles.
Nello storico Palacio de Cibeles, luogo iconico della capitale spagnola (che sorge nella piazza dove i tifosi del Real Madrid festeggiano i propri successi), anche il tennis l’ha fatta da padrone, oltre all’immancabile calcio. Il premio di miglior sportivo dell’anno (“Laureus World Sportsman of the Year”) è stato assegnato a Novak Djokovic, che con questo è salito a cinque statuette in carriera.
A premiare il fenomeno di Belgrado è stato Tom Brady, uno che di imprese se ne intende. Djokovic nel 2023 è riuscito ancora una volta a portare a casa 3 Slam su 4, perdendo solamente la finale di Wimbledon da Alcaraz. A Melbourne aveva avuto la meglio di Tsitsipas, mentre al Roland Garros non ha lasciato scampo a Ruud. A New York è stata la volta di Medvedev di inchinarsi. Insomma un percorso incredibile di un campione pazzesco. La speranza è che il nostro Jannik possa completare questo 2024 nel modo in cui l’ha iniziato per essere magari al posto di Djokovic tra 12 mesi esatti.
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