Imputare le colpe a Pioli (sono tante) per le sconfitte sonore nei derby contro l’Inter sarebbe riduttivo. Perché i flop del Milan sono tanti e l’ennesimo capitombolo nella stracittadina ha aperto una ferita davvero troppo grande. La consegna della seconda stella all’Inter ieri sera è un passaggio che la società rossonera difficilmente dimenticherà. Cardinale era presente a San Siro (sguardo glaciale) e adesso nessuno è davvero sicuro del posto. Il Milan si è sciolto nel mese di aprile, proprio quando avrebbe dovuto onorare gli impegni nel miglior modo possibile. Il ciclo di Pioli si conclude malamente e lo specchio di un disastro dietro l’altro è rappresentato dalla rassegnazione dei leader.
“È stato uno dei derby più equilibrati degli ultimi giocati. Ci abbiamo provato, ma non è bastato”, ha detto Pioli nel post-partita di ieri. Se il Milan si deve accontentare di provarci, ecco, qualcosa non funziona per davvero. Una disasterclass difficilmente dimenticabile. Pioli ha provato a rivoluzionare l’assetto tattico, lasciando fuori Giroud per un Leao che, da falso nueve, molto spesso è sceso per costruire la manovra offensiva. Il Milan deve rialzarsi e non lo farà più con Pioli. La sua storia è ai titoli di coda. Senz’anima e senza identità: un Milan troppo brutto (oltre ai limiti tecnici di alcuni interpreti) per essere vero. E adesso c’è da finire la stagione onorando il campionato fino all’ultima giornata.
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