“Questa seconda stella la sento anche mia: il nostro lo abbiamo fatto”: Giancarlo Pasinato rende onore all’Inter di Inzaghi, difendendo il tricolore vinto da lui nel 1979/80. “Con Beccalossi e Pasinato, vinceremo il campionato”, recitavano i tifosi nerazzurri allora: l’ex esterno ha rilasciato una intervista esclusiva ai microfoni di SPORTITALIA, per parlare del ventesimo titolo vinto dalla Beneamata, con un pensiero anche ai cugini del Milan, dove ha trascorso una stagione in prestito che ricorda ancora con piacere.
Quanto è stato particolare vincere lo Scudetto proprio nella sera del derby?
“La ciliegina sulla torta. Alla fine l’importante era vincerlo, ma a ben vedere il sogno di ogni tifoso era quello ed è stata una serata che rimarrà nella memoria. L’Inter aveva regalato uno Scudetto al Milan due stagioni fa, è stato giusto riprenderselo”.
Ti ha ricordato il vostro Scudetto? O non hai mai visto l’Inter giocare così?
“L’Inter di Inzaghi gioca davvero bene, non ha sbagliato un colpo. Ma anche noi abbiamo dominato nel ’79/80, ed a quel tempo era più difficile giocare bene. Poi considera che io ero spesso in proiezione offensiva, in mezzo c’erano due punte, di fatto ne avevamo sempre 4 in attacco. Io, Oriali, Caso, arrivavamo. L’Inter oggi arriva ad attaccare con tanti uomini, i nostri erano già là davanti. Questa stella la considero un po’ anche nostra, che abbiamo vinto il 12esimo Scudetto ed avevamo uno spirito simile”.
Ti sarebbe piaciuto giocare con Inzaghi?
“Mah, sembrano divertirsi molto, certo che io arrivavo spesso sul fondo, perché sapevamo che quella soluzione con gli attaccanti che avevamo in mezzo diventava davvero un’arma in più. Io poi ero considerato uno più bravo ad attaccare che a difendere”.
Così come lo sono stati i cross di Dimarco quest’anno, oltre che di Bastoni.
“Dimarco è stato davvero l’uomo in più. Già lo scorso anno lo era stato, ma quest’anno il suo apporto è stato unito a quello di tutta la squadra ed è andato tutto per il verso giusto”.
Il modo di giocare dell’Inter ha fatto pensare che i nerazzurri potessero andare in fondo in Europa?
“Sicuramente. A parte sporadiche partite come quella con il Sassuolo, Lautaro e compagni non hanno sbagliato spesso. Poi con l’Atletico è arrivata con alcuni uomini chiave che arrivavano da degli stop, come Calhanoglu e Thuram. Quando incontri certe squadre poi i dettagli fanno la differenza, guarda il Real Madrid. L’Inter ha meritato, ma non è passata, succede”.
Cosa manca per riprovare l’assalto il prossimo anno?
“C’è Marotta che ha già dimostrato di saperci fare e ci sta lavorando. Taremi e Zielinski sono due signori rinforzi. Magari qualcuno dietro dato che Acerbi e De Vrij non sono più giovanissimi, anche se ci auguriamo che possano ripetersi. E’ più difficile riconfermarsi che vincere, come abbiamo visto, servirà giusto individuare qualche tassello giusto”.
Pioli è dato come sicuro partente al Milan.
“Sta vivendo qualcosa di simile a quanto vissuto da Inzaghi l’anno in cui ha perso lo Scudetto con il Milan e lo scorso, quando si parlava di esonero. Avendo cambiato tanto non è facile, hanno resistito fino a che hanno potuto. Se guardi le rose non c’è storia rispetto ad Inter e Juve, considerando poi anche gli infortuni. Fosse rimasto Maldini chi dice che non avrebbero potuto fare meglio. Chi decide al Milan ci ha messo del suo magari, vedo errori fatti da tutti, non solo da Pioli”.
Ciclo di Pioli finito?
“Sarebbe sbagliato guardando i risultati, ma penso di sì. Se guardiamo bene il Milan non ha ricambi all’altezza, per esempio in avanti a parte Giroud, chi ha che garantisca gol? Jovic ha dovuto aspettarlo. Leao non è stato continuo come tutti si aspettavano. Maignan qualche errore l’ha fatto, è tutto un insieme di cose. Personalmente gli darei un altro anno, ma restando così le cose penso che sia difficile restare così e svoltare”.