Nottata radiosa all’Emirates. Una di quelle notti di sentimento biancorosso che, comunque vada il finale di stagione, realizzazione del sogno o meno, resteranno impresse nella memoria dei sostenitori dei Gunners. L’Arsenal adesso sogna la Premier ad occhi aperti, eccome. Non capita tutti i giorni di battere il Chelsea 5-0, punteggio che sarebbe potuto esser tra l’altro ancor più ampio vista una ripresa, quella Blues, chiaramente disastrosa. O quel che ne resta dei Blues, biennio catastrofico, lontani parenti del ventennio Abramovich e dei suoi connotati. Coi tre punti efficaci di Wolverhampton e con la valanga di ieri sera, l’Arsenal ha ripreso immediatamente la retta via dopo un piccolo, lecito e logistico, incidente di percorso. Scherzi da destino Premier e nobile buccia di banana, solidissimo e velenoso Villa di Emery, sui cui possono scivolar tutti, non a caso parliamo di un club destinato con ogni probabilità alla prossima Champions League.
Vele spiegate Arsenal, la Premier un sogno ad occhi aperti
Merito di chi ha saputo lasciar tutto il tempo necessario ad Arteta, un quinquennio, per ricostruire un Football Club dalle sue fondamenta, restituire connotati, tradizione, DNA. Lo scorso anno il primo a grandissimi livelli, a sfiorare una Premier prima di pagar scotto, inesperienza e farsi sorpassare dal leggendario Manchester City del Treble in pieno aprile. Il merito del club è quello di aver continuato a supportare il tecnico anche sul mercato, con leader Rice che ha cambiato ulteriormente dimensione e mentalità allo spogliatoio consegnando solidità al resto dei compagni. Ma non solo, quell’Havertz alla definitiva consacrazione da falso nueve, ieri doppietta dell’ex contro un club a cui in quel di Oporto regalava nel 2021 la sua seconda Coppa dei Campioni, quel che come in un romanzo decretava la fine dell’era Abramovich, storie e destini britannici. E quando puoi allungare e goderti la panchina con elementi come Gabriel Jesus, Trossard, Thomas Partey e Zinchenko (unico elemento in calo del 2024 biancorosso, ndr) fino all’anno scorso titolari inamovibili, vuol dire che sei pronto a fare il salto di qualità.
L’Arsenal ha pertanto rilanciato e, dopo un ottimo autunno chiuso con l’unico momento d’appannamento o parentesi complicata delle tre sconfitte in cinque gare, con l’anno nuovo s’è immediatamente ripresa retta via ed in grande stile: otto vittorie consecutive e gol a grappoli per un inverno domestico pressoché perfetto, prima della sosta di fine marzo. E dopo la sosta per le nazionali stessa i Gunners hanno superato l’esame di maturità più importante. Meno belli, più efficaci: Arteta ha dimostato d’esser diventato a grande all’Etihad, contro mentore e maestro Guardiola, alzando muro, ridiscutendo nel momento della necessità qualche principio, difendendo all’italiana, strappando un pari prima di altre due vittorie arrivate a cavallo tra Luton e Brighton. In Champions, fuori mura Premier, più fatica del previsto ma discreto cammino, chiuso ai quarti per merito di un’istituzione massima del Vecchio Continente come quel Bayern e la sua eterna esperienza, vincente di misura ai quarti. Ma senza prendersi in giro, l’obiettivo e grande sogno dell’annata biancorossa è sempre stato la Premier, terre domestiche che ormai quest’era, questo ciclo, questo gruppo conosce perfettamente. Il piccolo incidente di percorso col Villa è rimasto tale per l’immediata reazione, ampiamente descritta in apertura d’articolo. Ecco perché ieri entusiasmo dilagante, fuori l’Emirates. E non potrebbe esser altrimenti. Momentaneamente prima della classe, l’Arsenal sogna la Premier ad occhi aperti.
L’unico grande problema si chiama NBA, corsa a tre, sogni di gloria Liverpool per chiudere come nelle favole la radiosa era Klopp, ma soprattutto istituzione Man City, veri predatori primaverili. Guardiola che resta padrone del suo destino, ma pur sempre sotto 4 lunghezze e con ben 6 gare ancora da giocare tutt’altro che semplicissime: non può sbagliare nulla. Anche perché ai Gunners, miglior attacco e miglior difesa e probabilmente potenza più in forma delle tre grandi aspetti che quasi sempre significherebbero ricompensa e titolo, ne mancano solo 4: il grande scoglio diventano i rivali di sempre, il giovane Tottenham di Postecoglou. Ma se dovessero sbancare domenica il nuovo White Hart Lane, la realizzazione del sogno diverrebbe sempre più vicina. Inutile nascondersi. L’Arsenal sogna la Premier ad occhi aperti. Destini e romanzi Premier. Proprio come anni 20 anni fa, 20 anni dopo l’ultimo titolo, quello degli Invincibili. O meglio: proprio dove festeggiarono.. gli Invincibili.