Djokovic, l’annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno e ha seminato il panico tra i tifosi del serbo: gli scenari possibili.
La presenza di Rafael Nadal alla Laver Cup non è stata accolta con l’entusiasmo auspicato. Sono tanti, tantissimi, i tifosi certi che non si tratti di una coincidenza. Che sono andati al di là della notizia in sé, ipotizzando che il maiorchino voglia uscire di scena allo stesso modo del suo amico e collega Roger Federer. Potrebbe essere così, o magari no. Sta di fatto che le condizioni del mancino di Manacor non sono le sole a destare una certa preoccupazione nel popolo del tennis.
Anche le incognite che ruotano attorno a Novak Djokovic sono, ora come ora, fonte di dibattito. Il fatto che il serbo abbia rinunciato al Masters 1000 di Madrid ha sollevato un sacco di interrogativi, molti dei quali riguardanti, per l’appunto, il futuro dell’attuale numero 1 del mondo. E questo, unito al fatto che Nole abbia chiuso il primo quadrimestre del 2024 senza titoli e coppe, impensierisce, e non poco, la foltissima platea dei suoi sostenitori.
È cosa nota che il nativo di Belgrado abbia già deciso di giocare meno che in passato, desideroso com’è di godersi gli affetti e la famiglia. E il forfait a Madrid potrebbe essere legato alle eccessive differenze tra le superfici iberiche e quelle del Roland Garros, che resta il suo obiettivo prioritario in questa fase così delicata della sua carriera. Sarà, ma queste ipotesi non hanno contribuito a dissipare, in ogni caso, i dubbi degli appassionati.
Sono in tanti a leggere nella sua scelta un generico calo di motivazione da parte del serbo. Che ci starebbe pure, essendo lui prossimo alle 37 candeline. Ma tanto si deciderà, quasi sicuramente, a Parigi. Allo Slam di primavera, ovviamente, ma anche ai Giochi Olimpici, sogno proibito di Nole e di altri tennisti che, come Jannik Sinner, faranno di tutto per coronare il sogno di una medaglia.
Se anche lì Djokovic dovesse continuare ad arrancare, sarebbe un segno inequivocabile. Se invece, come sperano i tifosi, riuscirà a dare il meglio di sé nelle occasioni che per lui adesso contano di più, allora ci sarà ancora qualche “speranza”. Ci vuole tempo, insomma. E pazienza. Ma bisogna anche essere realisti ed accettare, come pare abbia già fatto lui per primo, che il tempo scorre e che il corpo cambia.
“Ammetto che a volte recuperare la fatica all’interno di un grande torneo non è più come anni fa, a volte hai dolore è non è facile ripresentarsi in campo al massimo. Sarà il mio corpo a indicare quando è il momento di smettere“, aveva detto il campione qualche tempo fa. Nella speranza, certamente condivisa, che questi segnali arrivino il più tardi possibile.
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