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ESCLUSIVA SI Paolillo: “Marotta star, Inzaghi merita rinforzi per l’Europa. 19 e non 20? Ma anche il Milan fu vittima di certe cose…”

Da un a.d. all’altro: prima dell’avvento di Beppe Marotta, l’ultimo a ricoprire quella carica all’interno della dirigenza nerazzurra durante la vittoria di uno Scudetto era stato Ernesto Paolillo, rimasto al fianco di Moratti durante i suoi maggiori successi.

Lo stesso Paolillo ha rilasciato un’intervista esclusiva alla redazione di SPORTITALIA, rispondendoci con grande entusiasmo per commentare il trionfo della sua Inter nel derby: “Sono felice, anche se sono andato a letto tardissimo!” – esordisce.

Quanto le ha fatto piacere vincere lo Scudetto proprio nel derby?

“Ha un sapore particolare perché Inter e Milan, rappresentano una fetta di Milano: vincere in casa l’una dell’altra denota una supremazia che mi fa gioire. Crea competizione, rivalità: il campanilismo viene fuori”.

Si ricorda di quando potevate farlo anche voi, nel 2008?

“Come dimenticarlo, ero lì (ride, n.d.r.). Sono ben contento che ci siano riusciti loro, nel 2008 con Mancini purtroppo non ho vissuto quella gioia lì, ma molte altre sì”.

Lei ha sempre sottolineato l’importanza di Marotta. Il quale però a sua volta ha invece evidenziato il ruolo di Inzaghi.

“Marotta è stato grande anche con queste parole. Sono molto belle, mi compiaccio del suo modo di essere. Ma io insisto: questa squadra l’ha costruita lui. Inzaghi è stato bravissimo, ma Inzaghi lo ha voluto Marotta. Devo dire che poi è stato bravo ad avere fiducia in lui anche nei momenti difficili, quando Simone stava crescendo e sperimentando. E’ stata la vittoria di tutto il gruppo, calciatori, staff e dirigenti”.

Ma se dovesse scegliere un calciatore come simbolo del trionfo, chi prenderebbe?

“Difficile dirne solo uno, ma scelgo Calhanoglu. Con il suo lavoro in mezzo al campo, la sua regia e la sua infallibilità dal dischetto è stato uno dei più grandi artefici. Certo, poi ci sono Lautaro con tutti i suoi gol, Barella e via via tutti quanti, ma non dimentichiamo il gioco espresso dall’Inter, che ruota intorno ad Hakan”.

Da tifoso spera che quest’estate non servano sacrifici sul mercato?

“Mi auguro che stavolta la proprietà voglia fare uno sforzo in più ed investire, perché fino ad ora dalla dirigenza in giù hanno fatto i miracoli: ogni anno sono stati venduti i migliori, ma con la bravura di Marotta sono stati presi sostituti degni che anzi hanno migliorato la squadra. Questo però non può riuscire all’infinito. Anche perché aggiungo una cosa”.

Prego.

“Mi auguro che questo gruppo possa continuare a fare ciò che sta facendo anche in Europa, come ha già mostrato di poter fare. Per questo spero in rinforzi, senza cessioni”.

Dove, in particolare?

“In attacco. Abbiamo avuto un grandissimo Lautaro, con un Thuram che è cresciuto bene e non ha fatto di certo rimpiangere Lukaku. Però insomma una squadra che vuole raggiungere grandi obiettivi in Europa ha bisogno di almeno un’altra punta molto forte”.

I tifosi del Milan ieri ha esposto uno striscione ricordando che gli scudetti sul campo sono 19. Moratti oggi, a La Gazzetta dello Sport, ha risposto che senza certe cose sarebbero stati 25. 

“Ha ragione Moratti, i tifosi rivali hanno poco da dire che sono 19. Anche perché di queste cose è stato vittima anche il Milan”.

In mezzo a tanti rumors su futuro e sostenibilità, la famiglia Zhang si gode il secondo Scudetto della propria era.

“La gestione Zhang va detto che è positiva perché di trofei ne sono arrivati ed anche tanti. Sono stati bravissimi ad assumersi quel debito ed a sostenerlo, ma mi dispiace soltanto che non abbiano potuto investire ancora di più. E’ un grande gruppo, costruito con un gioco nuovo da Inzaghi. Merita di essere rinforzato per primeggiare anche in Europa”.

Daniele Najjar

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