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La rivelazione di Sinner lascia basiti: “Ho iniziato a 13 anni”

Jannik Sinner si confessa: la sua rivelazione ha lasciato tutti basiti: “Ho iniziato a 13 anni”

Jannik Sinner, un nome e cognome che in molti in questi ultimi mesi avranno sentito. Anche chi non ama o segue direttamente il tennis. Siamo pronti a scommettere che il suo nome sia finito sulle bocche di tutti. Sicuramente è lui l’uomo del momento dello sport italiano. La sua popolarità è in grande ascesa, tanto da contrastare i titani del calcio.

Jannik Sinner si è confessato: la rivelazione ha lasciato tutti basiti – (ANSA) – sportitalia.it

Il tutto proprio grazie al valore Sinner e al suo essere campione sia dentro che fuori dal campo. Nonostante il suo essere un “anti-divo”. Il classe 2001, infatti, non ama per nulla essere al centro dell’attenzione e dei riflettori. Sono continui i suoi rifiuti a fare comparsate in tv, preferisce il low profile. Un ragazzo umile, con valori, grazie a quelli trasmessi dalla famiglia e che rifiuta gli sfarzi che spesso comporta l’essere un personaggio celebre. Anche per questo piace a tantissime persone, dai più piccoli agli adulti. E in molti ne hanno fatto un proprio idolo.

Sinner lascia tutti basiti: “Ho iniziato a 13 anni”

Di questo e di molto altro ha parlato il tennista in un’intervista concessa alla ‘Gazzetta dello Sport’ e pubblicata da ‘Sportweek’. Averlo ai microfoni in esclusiva è un evento raro considerando il suo carattere schivo e la sua voglia di non apparire sulle copertine ma solo essere protagonista in campo. Quando parla non è per nulla banale e ha fatto una rivelazione che ha lasciato tutti basiti.

Jannik Sinner protagonista di un’importante rivelazione – (ANSA) – sportitalia.it

“Se dovessi essere sincero ovviamente non posso negare che tutto questo (cioè il successo, ndr) mi lascia felice”, confessa Sinner. Che poi continua: “Non è tanto il vincere un titolo, ma l’essere un idolo soprattutto per i bambini non può che farmi piacere. Loro non sanno quanto hai vinto ma se ti prendono ad esempio lo fanno perché gli trasmetti qualcosa. E questo per me vale molto di più di vincere trofei. Il tennista continua: “Se posso aiutare l’intero movimento a crescere, allora per me sto facendo qualcosa di buono“. Poi l’incredibile rivelazione.

“Responsabilità? Non sono un problema per me”, si dice sicuro il classe 2001. “Ho iniziato a prendermele a 13 anni quando sono andato via di casa”, asserisce l’altoatesino che si lascia andare ad una confessione non da poco. “In quei momenti non è stato facile, chiamavo spesso ai miei genitori”. La risposta di questi ultimi è sorprendente: “Loro mi dicevano che erano impegnati al lavoro e che dovevo sbrigarmela da solo. D’altronde avevo scelto io di andare via per fare ciò che mi piaceva e quindi dovevo essere felice”.

Tony

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