Lutto nel calcio italiano: la Serie A ricorda un uomo che ha fatto grande il Milan, contribuendo a creare una squadra assolutamente da sogno
Una brutta notizia ha colpito il calcio italiano nelle scorse ore, e in particolare i tifosi del Milan. Si è spento uno dei personaggi che hanno contribuito a fare grande il Diavolo e ad aprire un ciclo fortunato per la squadra lombarda, risollevandola dopo una lunga crisi. La Serie A e tutto il mondo del pallone piangono la scomparsa di una figura discreta ma fondamentale, come sa bene l’allenatore Arrigo Sacchi, a cui ha legato parte dei suoi successi.
Non un personaggio notissimo, almeno tra il grande pubblico, ma certamente conosciuto tra i maggiori appassionati. Si chiamava Natale Bianchedi, ed era uno dei più stretti collaboratori del tecnico di Fusignano. Originario di Ravenna, aveva 87 anni ed era da tempo malato: Bianchedi è morto domenica 14 aprile, nelle prime ore della mattina, mentre si trovava ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena. Lascia un ricordo indelebile non solo a livello locale, ma anche nazionale.
A ricordarlo è stato anche un suo grande amico, il giornalista Maurizio Pistocchi, originario proprio di Cesena e romagnolo come Bianchedi. Il collega ha pubblicato infatti un sentito messaggio di cordoglio sul social network X, ricordando il rapporto che li legava e sottolineando come, tra i pupilli dell’ex milanista, ci fosse anche Davide Ballardini, attuale allenatore del Sassuolo. Tutto il mondo del calcio romagnolo e lo stesso Sacchi sono in lutto per la notizia.
Addio a Natale Bianchedi: lutto per l’ex “spia” di Sacchi al Milan
Il suo rapporto con il mondo del pallone era iniziato da allenatore nelle serie dilettantistiche italiane, che lo avevano portato a guidare il Fusignano, il Baracca Lugo, il Bellaria e il Russi. Nel corso di queste esperienze, Bianchedi conobbe Sacchi e i due diventarono molto amici, iniziando a collaborare. Così, quando nel 1987 il tecnico approdò al Milan del nuovo presidente Silvio Berlusconi, Natale Bianchedi lo seguì, per lavorare principalmente come osservatore.
Il ravennate veniva spesso mandato in giro per il mondo per seguire possibili giocatori da ingaggiare, e la storia più nota che lo riguarda è quella legata a Frank Rijkaard. Fu lui a visionare l’olandese quando ancora giocava all’Ajax, nel 1987, e a convincere Sacchi, ma soprattutto Berlusconi ad ingaggiarlo. Il presidente preferiva in realtà l’argentino Claudio Borghi: entrambi vennero acquistati, alla fine, ma solo Rijkaard si rivelò un campione da Milan.