Arriva un’ultima ora su Michael Schumacher incredibile. La confessione è da pelle d’oca da parte dell’ex pilota, i fan sono rimasti increduli
Michael Schumacher è sicuramente rimasto nel cuore di tutti gli appassionati di Formula 1 e non solo. L’ex pilota della Ferrari è praticamente un’icona dello sport internazionale ed è amato da chiunque, anche da chi non segue i motori. D’altronde quanto fatto negli anni in cui gareggiava è scolpito nella storia e pochi altri sono riusciti a mantenere i suoi ritmi. Si tratta di un autentico GOAT, in grado di unire l’affetto e la stima di diverse generazioni.
Intanto le condizioni del tedesco sono ancora molto serie dopo il grave incidente sulla pista da scii di un decennio fa a Meribel. Schumi ha avuto salva la vita ma da allora nulla è stato più come prima. Su come stia realmente non è dato sapere, visto che la famiglia mantiene un grande riserbo sulle sue condizioni, ma di sicuro non è in grado di vivere come prima. Dopo aver lottato tra la vita e la morte a lungo, il tedesco ha lasciato l’ospedale già da qualche anno ma le condizioni restano molto particolari.
Michael Schumacher, arriva la confessione da pelle d’oca
I suoi ex colleghi non mancano mai modo di parlare del tedesco quando possibile. Come fatto, ad esempio, di recente da Juan Pablo Montoya, uno dei più acerrimi rivali di Schumacher negli anni in cui i due concorrevano in Formula 1.
La rivalità infiammò i primi anni 2000, con Schumacher spesso ad uscirne vincitore ma il colombiano si difendeva bene e si è tolto a sua volta le sue soddisfazioni. L’ex pilota è tornato a parlare a ‘Beyond The Grid’, ritornando a quegli anni magici dove era tra i grandissimi insieme anche ad Alonso e Raikkonen. “Tutti avevano un rispetto immenso per Schumacher. Quando lo vedevano nel proprio specchietto revisore quasi si toglievano di mezzo, li batteva tutti ancor prima di mettersi il casco” asserisce Montoya.
L’ex pilota poi continua: “Solo una volta ho parlato con Michael quando lui era in Ferrari, partecipai ad una festa invitato da Norbert Haug e c’era anche lui. Ci ubriacammo insieme ma poi finì lì”. La chiosa finale è sulla sua carriera: “Il mio approccio alle corse era da autentico stron** e gli altri lo sapevano. Ha funzionato perché quando eravamo in curva sapevano che non mi sarei mai spostato, mi mettevo sempre in modo tale da farmi lasciare spazio o ci schiantavamo”.