Angelo Di Livio - Sportitalia.it
L’ex centrocampista di Juventus e Fiorentina, Angelo Di Livio, è intervenuto in esclusiva per la redazione di SPORTITALIA, per commentare i temi caldi di casa bianconera e dei viola: dal rendimento attuale della Vecchia Signora con Allegri, alle tematiche legate a futuro e calciomercato, fino al problema del gol dei toscani.
I 45 gol fatti dalla Juventus sono un dato eloquente: nel prossimo mercato si aspetta che Giuntoli porti qualcuno che garantisca più reti?
“Mancano quei meccanismi offensivi che possano permettere agli attaccanti di andare in gol, situazioni tattiche diverse. Sono andati un po’ in difficoltà, poi è vero che con il Torino ha sbagliato due occasioni e se le avesse colte forse parleremmo di altro. Però è chiaro che servano delle idee offensive, al di là di tutto”.
Insomma non è solo colpa delle giocate individuali degli attaccanti?
“No, diciamo che forse è mancata un po’ di conquista del campo, a volte la Juve è troppo bassa e dovendo ripartire in contropiede è più complesso. E’ mancata un po’ di personalità nell’andare a comandare il gioco”.
Considerando questo aspetto, Chiesa lo considererebbe incedibile, per metterlo alla prova con un altro eventuale tecnico che dovesse arrivare? O invece è uno dei sacrificabili per lei, in caso di offerte?
“Se vuoi tornare ad essere competitivo Chiesa, Vlahovic, Bremer e gli altri di questo livello sono intoccabili. Delle situazioni di gioco però a volte ti mettono nelle condizioni di dover vendere un pezzo pregiato. Ma se lo chiedete a me Chiesa è insostituibile. Non lo so quello che succederà il prossimo anno, né chi sarà l’allenatore, però lui e Yildiz devono essere il futuro di questa società”.
Se questo allenatore fosse Thiago Motta, cosa porterebbe ai bianconeri?
“Una nuova mentalità. Penso che potrebbe puntare sui giovani, più che su gente esperta. La Juve poi avrebbe un principio ben preciso di gioco. Sarebbe una grandissima novità, ma non sarebbe un rischio, perché Tiago Motta ormai lo possiamo considerare un top allenatore. Poi è chiaro che anche lui dovrà migliorare perché un conto è allenare il Bologna, un altro la Juve. Dovesse essere Tiago Motta io sarei tranquillo”.
In mezzo a tante critiche, come cambierebbe la posizione di Allegri con un eventuale terzo posto e magari la vittoria in Coppa Italia?
“Il tormentone è quello. Si parte dalla qualificazione in Champions, ma a fare la differenza sarebbe soprattutto una vittoria. Portare a casa la Coppa Italia sarebbe un valore aggiunto, perché allora Allegri avrebbe fatto il suo, rispettando gli obiettivi. Poi la palla passerebbe alla società: poi noi possiamo stare qui a parlare di tanti allenatori, ma poi Allegri magari avrà fatto il suo”.
Come si spiega che tanti attaccanti siano passati per la Fiorentina, ma che facciano tutti fatica?
“Questa è una bella domanda, che ci facciamo tutti. Davvero non lo so, è difficile. Alla Fiorentina è mancato sempre un bomber da 15 gol, però prendi Belotti e non segna, hai Nzola che non segna, Beltran idem, quindi c’è un problema”.
Di che tipo?
“Probabilmente tecnico-tattico secondo me, un piano che non coinvolge appieno gli attaccanti a questo punto. Forse la Fiorentina è abituata ad andare sempre sugli esterni e non verticalizza mai sull’attaccante”.
Chi vedrebbe bene sulla panchina Viola dopo Italiano?
“Juric, a me piace moltissimo. E’ un nome che non è mai stato fatto, però se tu mi fai questa domanda io ti dico lui: spesso sottovalutato, però a me piace”.
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