Marcell Jacobs vuole stupire ancora una volta il mondo intero. Il velocista bresciano a Parigi difenderà la medaglia d’oro sui 100 metri piani
Le Olimpiadi di Parigi si avvicinano a grandi passi e cresce l’attesa per rivedere all’opera, a tre anni di distanza dalla straordinaria impresa di Tokyo, il campione in carica dei 100 metri piani, Marcell Jacobs. Nel 2021 la gara regina dell’atletica leggera fu stravinta dal velocista bresciano che in quel momento era quasi sconosciuto al grande pubblico.
Da allora la carriera di Jacobs è andata avanti tra pochi alti e molti bassi, causati in realtà da una serie di infortuni che ne hanno limitato il rendimento in pista. A settembre scorso il velocista di Desenzano del Garda ha deciso di cambiare allenatore: ha detto addio allo storico coach Paolo Camossi per affidarsi alle cure di un vero e proprio guru come Rana Reider.
In questi ultimi sette mesi Jacobs ha lavorato molto duramente, ricominciando quasi da zero e facendo leva sui nuovi concetti trasmessigli dal nuovo allenatore. Ai giochi di Parigi mancano tre mesi e mezzo ma molto prima, a giugno, sono in programma a Roma gli attesissimi campionati europei.
Un altro appuntamento da non perdere per Marcell Jacobs, soprattutto perché si disputano in casa. All’alba di un’estate che si annuncia a dir poco bollente, in una lunga intervista concessa a ‘Sportweek’, lo sprinter azzurro ha affrontato vari temi tra cui anche quello molto discusso del portabandiera italiano durante la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi.
Jacobs ha parlato in primis del periodo trascorso in Florida, negli Stati Uniti, sette mesi a quanto pare fondamentali per la sua carriera: “Quando sei preso da mille impegni, quando tutti ti girano intorno, è difficile riflettere. A Jacksonville invece, ci sono riuscito: ho potuto isolarmi e ho ben messo di nuovo a fuoco quali siano i miei obiettivi. Ho dato di nuovo un senso compiuto al mio percorso”.
E l’obiettivo non può non essere una seconda medaglia olimpica consecutiva sui cento metri. “Credo molto nelle mie possibilità e nel lavoro svolto in questi sette mesi. A Parigi rivedrete tutti il vero Marcell Jacobs“. C’è poi la questione del portabandiera olimpico, un ruolo che il velocista di El Paso assumerebbe molto volentieri.
“Credo sia il sogno di chiunque faccia sport a determinati livelli. È qualcosa di epico. Io ho avuto la fortuna – ha aggiunto – di venir designato per la cerimonia di chiusura di Tokyo e già lì le emozioni sono volate altissime. Per Parigi tanti meritano questa possibilità, spetterà al presidente Malagò e ai suoi collaboratori scegliere”.
“Attaccare tutti insieme e difendere tutti insieme. È un obbligo, non un’opzione”. Chiaro e categorico,…
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