Pioli è pazzo. C’è chi dice anche questo. La quasi citazione di uno dei più grandi successi di Vasco Rossi fa ovviamente riferimento alla frase che ha regalato il “titolo” della conferenza stampa di ieri a Milanello: “Non siamo così distanti da Real e City”. Un messaggio che ha un solo mittente, ma più destinatari, da valutare uno a uno. Il primo, sicuramente la squadra: ogni tanto gonfiare il petto fa bene, specie alla vigilia di gare delicate. L’effetto può essere certamente galvanizzante: basta sentirsi i figli di un Dio Minore, siamo e saremo sempre il Milan. Poi, la stampa: questo gruppo è stato troppo stesso sottovalutato, attaccato e criticato, nei suoi singoli come nel complesso. Le vergognose quanto incredibili sentenze di Cassano su Leao sulla tv pubblica nazionale, per cui milioni di milanisti pagano il canone, ne sono l’ennesima riprova. A proposito: vien da chiedersi a quale Serie A dei suoi tempi Cassano faccia riferimento per Leao da settimo posto. Considerando che il miglior Cassano si è visto a Roma, dove è arrivato due volte ottavo, ha praticamente ammesso che Leao già oggi è più forte del punto più alto della sua carriera. Ma d’altronde il peso delle parole di Cassano era già chiaro dai tempi di “Sopra il Milan c’è solo il cielo”, prima poi di professarsi interista e sputare veleno a oltranza su chi gli ha salvato la vita, per racimolare un contratto e un meraviglioso nono posto in nerazzurro. Tornando a Pioli, al Real e al City, il messaggio finisce dritto anche sul tavolo della dirigenza del Milan: come per dire “guardate che abbiamo costruito tanto in questi anni. E non manca molto”. Alias, rinnovatemi. Chi mi ha gradito queste parole e le ha immediatamente strumentalizzate sono i #PioliOuters, o peggio ancora chi passa il tempo a fumare sui social per il Milan. Salvo poi sentirsi non dello stesso livello, ma più forte di City e Real. Almeno fino a Depay.
Opinione personale: Pioli l’ha detta volontariamente abbastanza grossa. Ma è meno grossa di ciò che sembra. Tanti giocatori del Milan troverebbero spazio nei primi 16 di Real e City: Maignan, Theo, Pulisic e Leao inconfutabilmente. Probabilmente anche Tomori, Loftus-Cheek e Giroud, al posto di un Nacho, di un Brahim Diaz o di un Joselu. E allora cosa manca al Milan? La qualità spalmata sugli altri elementi dell’11 titolare. Perché lì dove c’è Calabria, gli altri hanno Walker. Per Gabbia, gli altri hanno Ruben Dias. Dove c’è Bennacer, gli altri hanno Rodri. Sistemando questo si, Pioli non ha così tanti torti. A patto di dimostrarlo già stasera. Perché l’eliminazione con la Roma non può eventualmente avere nessun tipo di scusante o giustificazione. De Rossi non è obbligato a vincere, anzi: Pioli sì, per forza. E allora bando alle polemiche e alle chiacchiere: la strada per Dublino è ancora lunga, tortuosa, insidiosa. Ma di certo non impossibile.