Il leggendario tecnico del Liverpool Bill Shankly una volta disse che la parola Anfield ha un significato talmente profondo da non riuscire a descriverla. Per chi ha poca familiarità con la città e con la storia del club, due elementi racchiusi in un rapporto di eterna inviolabilità, può sembrare quasi una frase posticcia, magari anche intrisa di nostalgica retorica. Eppure, provare a dare forma ad Anfield significa includere talmente tanti aspetti, ricordi e persone da finire per uscire dal perimetro ed essere costretti a ricominciare da capo.
Anfield non è solo un quartiere di Liverpool, uno dei tanti organi vitali di una città silenziosa ma in costante movimento. È una stratificazione di stati d’animo contrapposti e sovrapposti, è un luogo in cui prestigio e memoria si fondono in un’atmosfera di culto che va ben oltre i confini di una semplice definizione urbanistica. Non è un caso che lo stadio del Liverpool continui a portare il suo nome resistendo a 140 anni di storia, progressi, sponsorizzazioni e ipotesi di abbandono.
Anfield è un posto sacro che si articola capillarmente per le vie adiacenti all’impianto, che ripercorrono la storia del club con murales dedicati a chi lo ha reso grande. C’è spazio un per tutto: la finale di Fa Cup del 1965, la Premier sollevata al cielo da capitan Jordan Henderson, oppure ancora il titolo in First Division del 1990, profumo di un calcio lontano. Poi le icone, contemporanee e non, Ian Rush, Momo Salah, Roberto Firmino, Fowler, Alexander Arnold e ovviamente Jurgen Klopp, che tra poche settimane saluterà Liverpool apponendo il suo nome al fianco dei più grandi.
Ma è nei pressi dello stadio che la storia si fa ingombrante, un museo a cielo aperto che ti accompagna tra gioie e drammi, tra orgoglio e ricordo. L’immensità assordante della Kop, il cuore più caldo del tifo dei Reds e poco distanti le panchine dedicate alle leggende del Liverpool, dove prendere fiato a braccetto con un passato glorioso. Un passato che è anche tragico, come la fiammella dell’Hillsbourogh Memorial racconta. Perennemente accesa per ricordare le 96 persone che persero la vita durante la drammatica semifinale di FA Cup del 1989.
Anfield è tutto questo per Liverpool, ma non solo. Tanto forse troppo, appunto, per poterlo davvero descrivere.
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