Da giugno 2021 Chief Scouting per la VigoGlobalSport Service di Claudio Vigorelli, Andrea Ritorni è intervenuto in esclusiva per SPORTITALIA, per parlarci di Michael Kayode, da lui scoperto e accompagnato al grande calcio.
Complice il lungo stop di Dodò, l’esterno della Fiorentina si è messo in grande mostra in questa stagione, la sua prima fra i grandi in Serie A, convincendo Italiano che il posto in fascia fosse suo. Il 26 febbraio, contro la Lazio, è arrivato anche il suo primo gol in massima serie, con il sogno legato alla maglia della Nazionale maggiore che non si è ancora concretizzato solamente per un infortunio arrivato nel momento della chiamata, come da espressa ammissione di Spalletti.
Ci parla della crescita che sta avendo Kayode?
“Parte da lontano, dalla Primavera di Aquilani: con lui Michael ha iniziato un percorso dove ha prima ha costruito le basi che poi ha valorizzato passando poi naturalmente dal lavoro di Italiano. Con Vincenzo ha avuto una evoluzione molto importante in Serie A”.
Da quali punti di vista?
“Dal punto di vista tecnico ed anche della disciplina tattica. In quella fascia ci sono Dodò, che purtroppo si è fatto male a lungo e poi è arrivato Faraoni: per lui lavorare ed essere in concorrenza con calciatori così esperti vuol dire apprendere ogni giorno per arrivare ai massimi livelli. Ama la concorrenza. Italiano e tutto il suo staff, insieme anche a Pradé, sono davvero fondamentali ed eccellenti nell’accompagnare la sua crescita. Ha ancora tantissimi margini di miglioramento”.
Quali in particolare?
“Mentalmente vuole arrivare, è uno che si sacrifica, fa vita sana, viene da una bella famiglia, ha una fidanzata ed è molto sereno e tranquillo. Deve al contempo, ma lo sa anche lui, migliorare alcune sue lacune. Come a volte nella pulizia del tocco, oppure nel fatto che gli capiti di fare una partita perfetta e poi di avere un minimo di disattenzione. Quando però hai 20 anni e sei in Serie A, la concentrazione deve durare tutta la settimana. Qualsiasi calo può essere letale a favore per gli avversari”.
Dove si esprime meglio?
“In Primavera giocava a sinistra, anche se è destro, cosa non facile. Italiano lo usa in diversi modi. Fra i moduli nei quali ha giocato, nel 3-5-2 è forse quello dove si esprime meglio, perché fa sia la fase difensiva che quella offensiva. Con la Juventus infatti ha giocato lì ed ha fatto un’ottima prestazione anche dietro”.
In questo è molto moderno, non trova?
“Assolutamente, non per nulla ha gli occhi addosso di tanti top club inglesi e non solo”.
Si aspettava un impatto così positivo alla prima stagione fra i grandi?
“Sono sincero: che lui sarebbe arrivato lo sapevo da quando l’ho preso in Serie D, perché aveva tutte le caratteristiche fisiche, che come margini di miglioramento e mentali. Ma che lo avrebbe fatto in maniera così repentina no”.
Ha tirato fuori quel qualcosa in più?
“E’ così, ha tutte le caratteristiche che servono, il suo motore funziona bene: fa 12 km a partita. Però al contempo è duttile, sa stare al suo posto, sa che deve imparare, fa tecnica per conto suo arrivando prima agli allenamenti, va via per ultimo. E’ generoso verso i compagni, cerca sempre di farsi trovare pronto quando viene impiegato. Poi è stato un anno particolare”.
Per cosa?
“Perché dopo aver vinto l’Europeo di categoria con l’Under 19 al posto di prendersi ferie è rientrato a lavorare senza fermarsi. Stare 15 giorni rilassato non lo ha fatto, come avrebbe potuto. E’ passato all’Under 21 dove sta cercando di ritagliarsi il suo posto in maniera umile e costruttiva. Come è giusto che sia sperando sempre di poter arrivare un giorno alla Nazionale maggiore”.
Spalletti ha ammesso apertamente di seguirlo da vicino. Cosa significa per lui?
“E’ lusingato. Quando viene a sapere che ci sono Spalletti o Domenichini alle sue partite non ne è indifferente, perché il suo sogno è giocare per l’Italia maggiore. E’ cresciuto nei campi di periferia, poi è passato da Juve e Gozzano prima dei Viola. Ha fatto il suo percorso, oggi da il 100% per la Fiorentina che lo ha valorizzato, va avanti a lavorare step by step. In quel ruolo la Nazionale ha già 2-3 grandi giocatori e lui lo sa, se poi lo chiameranno sarà super contento”.
Il suo idolo?
“Cafù, ne è sempre stato innamorato. Era un terzino che si faceva tutta la fascia, fisicamente gli somigliava come struttura, dunque è sempre stato il suo idolo”.
Fuori dal campo com’è?
“Ha una semplicità tremenda, ed un’umiltà rara. E’ andato a Bologna a vedere la finale dei suoi amici e di tanti ex compagni della Primavera, cui è sempre legato. Hanno vinto ed è stato chiamato dalla dirigenza ad entrare in campo a festeggiare. Era molto emozionato e contento. Ringrazierà sempre la Fiorentina per le soddisfazioni che gli sta dando”.
Ha citato le serene inglesi, in Italia è stato accostato a tante e La Gazzetta dello Sport ha parlato da ultimo anche dell’Inter nei giorni scorsi. Sarà difficile per la Fiorentina resistere ad eventuali lusinghe estive, oppure è blindato dopo la firma del contratto?
“Io sono il capo scouting e l’ho trovato, ma il procuratore è Claudio Vigorelli e gestirà lui ogni cosa. Poi certo, è blindato, sta bene a Firenze, qualora ci fossero offerte bisognerà dunque vedere se la Fiorentina vorrà privarsene, se saranno offerte che soddisferanno il club, sono cose che andranno viste al momento. Ma sicuramente sapere che squadre italiane, inglesi, spagnole e tedesche lo stiano seguendo sia una cosa che lusinghi tutti”.