Il noto intermediario di mercato Sabatino Durante è intervenuto in esclusiva per la redazione di SPORTITALIA per commentare alcune delle voci, fra mercato e panchine, che riguardano le maggiori squadre italiane.
Fra i nomi che circolano per l’attacco, quale farebbe più al caso del Milan?
“Zirkzee sembra fatto apposta per il Milan. Conosce il campionato, sta facendo bene, svaria molto e dà la possibilità agli esterni di entrare e segnare, l’ideale per un attacco a 3 come quello rossonero”.
Si aspetta che le panchine di Milan e Juventus possano cambiare? Allegri è ormai dato come pressoché sicuro partente.
“Allegri l’ho avuto a Perugia e fra me e lui non scorreva buon sangue. Eppure, in maniera obiettiva credo che tutti debbano riconoscere che sia uno dei migliori allenatori in Italia. Conosco l’ambiente del calcio, certe critiche possono essere di parte. La Juventus non sta giocando bene, non soddisfa i palati fini, ma Allegri sta facendo ciò che gli ha chiesto la società”.
Ovvero?
“Ringiovanire la rosa e portare a casa i risultati. L’anno scorso li ha raggiunti, ma poi gli sono stati tolti punti senza che potesse dipendere da lui. Quest’anno sta facendo ciò che la Juve gli ha chiesto. E’ un po’ il concetto che dicevo ad i tifosi napoletani ad inizio anno”.
Quale?
“Garcia sembrava fosse l’ultimo arrivato, eppure avendo 5 anni in meno di Spalletti aveva vinto grossomodo quanto lui. Al di là delle opinioni si deve guardare il curriculum. Hanno voluto cambiare, ma i due allenatori che sono arrivati dopo hanno portato alla situazione attuale. La stessa cosa vale per Allegri: non è lui il problema dei bianconeri”.
E qual è il problema?
“Che in mezzo manca qualità. Ha un buon attacco, ma qualche volta sono mancati Chiesa ed altri. La difesa è forte fisicamente, ma magari non c’è uno che possa lanciare con i piedi di un certo tipo. A centrocampo non c’è la qualità di un Pirlo, l’unico che poteva garantirne era Pogba. E’ difficile far giocare bene una squadra con queste premesse. Come dicevo io ed Allegri non ci siamo mai presi, ma sono oggettivo. Se poi conta il populismo allora licenziatelo…”.
E Pioli?
“Vale lo stesso discorso, non deve contare la volontà dei tifosi, ma ciò che vuole la società e ciò che sta facendo. Non cambierei l’allenatore di Milan e Juve perché stanno facendo ciò che l’organico permette loro. La Juve ha cambiato dirigenza, filosofia e tanto altro, questo incide. Guardate il Bologna, l’esempio opposto”.
Sta volando.
“Il Bologna è una società tranquilla, lascia le decisioni alla dirigenza senza impicciarsi, l’allenatore può lavorare. Dove ci sono invece Presidenti più invadenti le cose funzionano meno. Anche i professionisti possono sbagliare, ma chiaramente le decisioni degli addetti ai lavori sono quelle da seguire”.
A Napoli c’è da capire la situazione con Calzona.
“Opinione mia: il Napoli non è allo stesso livello di Juventus, Inter e Milan. E’ un club con storia ultracentenaria, ma che ha vinto solo 3 Scudetti, questa è la realtà. Con una grande tifoseria e piazza, con scarsi impianti ad oggi. Questo per dire: nella scelta dell’allenatore questo conta, perché bisogna trovare un tecnico che veda il Napoli come un passo avanti nella propria carriera. Tutta quella pantomima per prendere Garcia, con il fatto di andare da Luis Enrique ed altri, io non l’ho condivisa. Colloqui su colloqui, per poi prendere Garcia come fosse l’ultimo arrivato. E’ come se un tizio volesse uscire con Naomi Cambpell, bisogna avere i piedi per terra”.
Chi vedrebbe bene sulla panchina azzurra?
“Leggo anche su Sportitalia che c’è stato un riavvicinamento con Conte: lui e De Laurentiis insieme durerebbero 2 giorni. E’ un tecnico importante, ma è lui che comanda. Se è vero che De Laurentiis a volte sia entrato nello spogliatoio, beh con Conte questo non sarebbe possibile, si prenderebbe un cazzotto (ride, n.d.r.)”.
Dunque su chi puntare?
“Su un tecnico più adatto alla piazza, o su uno che, come fu per Benitez, sia in un momento in cui abbia voglia di rivalsa. Lo stesso fu con Ancelotti. Chiamai Carlo per dirgli che in Cina lo volevano a 20 milioni l’anno, mi disse: “Sabatino, fammi questa offerta fra 10 anni, perché ora voglio rientrare in Italia”. Ed accettò il Napoli. Lui era un’occasione, dopo aver vinto tutto. Ma il Napoli oggi, per dire, non potrebbe andare da Arteta o Klopp, sarebbe difficile. Thiago Motta ha già detto no lo scorso anno. C’è invece un nome che circola che mi ispira di più”.
Quale?
“Italiano, credo potrebbe fare al caso. Lo vedrebbe come un passo avanti ed è un buon allenatore. Chiaramente Napoli è una piazza importante e sarebbe una occasione per lui, anche di crescita. Parlo di qualche chiusura preventiva dal punto di vista difensivo, dove deve migliorare anche lui che è un ottimo tecnico. Il Napoli non ha strutture, Klopp come potrebbe allenare in certe condizioni? Non bisogna puntare alla luna, considerando le possibile partenze poi come Osimhen o Kvara, Italiano sarebbe la scelta giusta”.
Il suo parere su Bento, seguito dall’Inter?
“È un ottimo profilo. Ha il passaporto, ha già debuttato in Nazionale. È giovane, ha talento e fisico. Ma credo che andare a spendere 25 milioni di euro in un reparto dove l’Inter è già ben coperta oggi, non sia saggio. Il profilo è ottimo, non dico questo, ma l’Inter ha Sommer e dietro di lui Audero che potrebbe fare anche il primo. Con il budget che ha l’Inter andrei su altro, anche se per fortuna noi tifosi dell’Inter abbiamo Ausilio e Marotta che sono i numeri uno anche nello scegliere i profili giusti che sono anche delle occasioni, come i parametri zero. Thuram, Calhanoglu e gli altri ne sono la dimostrazione. Non penso spenderemo dunque lì. Se ci fosse Moratti allora ok, ma sono cambiati i tempi. Chi gestisce Bento è mio amico, ma io dico le cose che penso e c’è chi ha più bisogno di uno come Bento, vedi il Napoli. Lui poi è uno che sa giocare con i piedi e gli azzurri ne hanno necessità”.
E dove interverrebbe per l’Inter?
“Magari a centrocampo visto che c’è chi non è più giovanissimo”.
Anche se arriva Zielinski?
“Zielinski va benissimo, ma è uno da box to box, serve più un cervello. Mkhitaryan ha 35 anni e non può fare sempre 50 partite. Calhanoglu si è trasformato in quello anche se una volta era diverso. Visto che davanti arriva già Taremi a parametro zero, dico che qualcuno può servire con più cervello appunto”.