Lorenzo Pellegrini, centrocampista e capitano della Roma di Daniele De Rossi, si è aperto su ciò che significhi per lui rappresentare la maglia giallorossa nel corso di un’intervista esclusiva con Betsson Sport, la nuova piattaforma di infotainment sportivo, partner dell’AS Roma.
Dopo un periodo di formazione nelle giovanili e alcune presenze in Serie A con il Sassuolo, Pellegrini ha fatto il suo ritorno alla Roma nel 2017, realizzando un sogno che ogni bambino romano coltiva. “Indossare la maglia della Roma è un grande onore e una responsabilità enorme”, ha dichiarato il numero 7, sottolineando l’importanza di comprendere appieno il significato di rappresentare il club capitolino. “Non si tratta solo di giocare a calcio, ma di incarnare lo spirito e i valori che questa maglia porta con sé, e di trasmetterli a tutti i tifosi”. Per Pellegrini, essere il capitano della Roma va oltre il semplice compito sul campo. “Portare la fascia di capitano significa vivere ogni giorno con lo stesso spirito e dedizione, non solo durante le partite”, ha spiegato il talentuoso centrocampista. “È un onore immenso, specialmente per un ragazzo cresciuto a Cinecittà come me”.
Con oltre 50 assist e 45 gol segnati in tutte le competizioni, Pellegrini ha dimostrato il suo valore come giocatore completo. “In passato preferivo fare assist, ma ora ho sviluppato una passione per il gol”, ha condiviso Pellegrini riguardo alle sue prestazioni individuali. Ha anche spiegato la scelta del numero 7, il suo numero fortunato, che ha scelto, non per un idolo, ma per un motivo personale. Appena arrivato a Roma, aveva l’opportunità di scegliere tra diversi numeri di maglia disponibili, ma optò per quello che attualmente indossa sulla schiena, motivato da una preferenza personale e da un profondo rispetto per le leggende del club come Bruno Conti.
Parlando di musica invece, il giocatore ha raccontato a Betsson Sport come Antonello Venditti abbia sempre rappresentato per lui la romanità; anche durante il periodo modenese, le canzoni del cantautore lo hanno aiutato con la nostalgia di casa e riconosce l’influenza positiva della musica che lo ha accompagnato nei momenti difficili della sua vita e carriera. Ha rivelato però di non essere “uno da cuffie”: la comunicazione pre-partita svolge un ruolo fondamentale nel suo modo di interagire con la squadra, poiché ritiene che comprendere lo stato d’animo dei compagni e coinvolgerli attivamente sia essenziale per creare un ambiente di gioco ottimale.
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