Non è un momento facile per Novak Djokovic. Il trentasettenne fuoriclasse serbo sta attraversando il periodo più difficile della sua carriera e intanto spunta la verità
In tanti si domandano se Novak Djokovic, che fino allo scorso anno ha dominato la scena del tennis mondiale sfiorando a più riprese il percorso netto nei tornei del Grande Slam, abbia intrapreso il classico viale del tramonto. Se cioè sia entrato nella fase conclusiva di un percorso professionale che gli ha consentito di vincere la bellezza di 24 slam e una serie infinita di altri tornei.
Il fuoriclasse serbo è uno de cosiddetti Big Three, uno dei tre campioni che hanno riscritto la storia del tennis negli ultimi vent’anni. Lui, Federer e Nadal non sono avvicinabili a nessun altro campione. Ma tutte le storie, anche le più emozionanti, prima o poi finiscono.
Federer ha già appeso la racchetta al chiodo, Rafa Nadal non è molto lontano dal compiere lo stesso identico gesto. L’ultimo ad arrendersi all’inclemenza del tempo che avanza inesorabile è proprio Djokovic che ha iniziato a dare i primi segni di cedimento. La sconfitta in semifinale agli Australian Open per mano di Sinner e il ko di Indian Wells contro il giovane azzurro Luca Nardi sono prove tangibili di una nuova fase della sua carriera.
Anche la separazione dal suo coach, l’ex campione serbo Goran Ivanisevic, rappresenta secondo qualche osservatore un ulteriore tassello di un mosaico che si va via via componendo. Dopo l’iniziale silenzio su questa vicenda Djokovic ha parlato della rottura con l’ormai suo ex allenatore in conferenza stampa a Montecarlo.
Il numero uno del ranking ha spiegato nel media day del torneo di Montecarlo, nei dettagli le ragioni che lo hanno spinto a separarsi da Ivanisevic: “Entrambi sentivamo di aver dato il massimo in questa relazione ed era ora di andare avanti. È molto semplice. Resta uno degli allenatori più vincenti nella storia del tennis. Quello che abbiamo fatto insieme è qualcosa che non si può cancellare“.
Ora per Djokovic si pone il problema della scelta di un nuovo coach, impresa tutt’altro che facile. Un nome plausibile è quello di Nenad Zimonjic, che lo sta seguendo in questa edizione del torneo monegasco.
Djokovic conferma come la sua candidatura sia più che verosimile: “È un mio amico da molto tempo. Lo conosco da quando ero molto giovane, era il mio capitano di Coppa Davis. Abbiamo vinto insieme l’ATP Cup nel 2020 e abbiamo sempre avuto una buona comunicazione. Mi piace come pensa al tennis, come osserva il mio gioco e quello degli altri”.
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