Terza vittoria stagionale per Verstappen e terza doppietta Red Bull. Ferrari ancora a podio con Sainz e prestazioni sempre più in crescita
A Suzuka è tornata la Red Bull. Come previsto e come, probabilmente, era anche giusto che fosse per ribadire che il grado dei più forti è ancora, e nonostante la sbronza ferrarista di Melbourne, attribuibile agli uomini di Milton Keynes.
Terza doppietta in quattro gare, con Verstappen sul gradino più alto del podio per la terza volta in stagione e la terza, consecutiva, sul circuito giapponese. Per Max pole position (la quarta in altrettanti tentativi da inizio anno, ndr), vittoria e giro veloce, scortato senza esitazioni da un Sergio Perez intelligentemente dimensionato al ruolo da scudiero nella trama disegnata da Christian Horner e gli altri vertici del muretto Red Bull.
Tutto come da copione, tutto a legittimare una supremazia chiara e decisa. Ciò nonostante, dietro i numeri straordinari di questa RB20 continua a prender forma una valida prospettiva color rosso Ferrari.
Ovvio, il lunedì post Giappone ha un contorno meno esaltante di quello post Australia, ed è altrettanto ovvio che il week end perfetto di Verstappen e Red Bull abbia restituito una lucida realtà di quelli che sono i valori in campo. Tuttavia, la percezione è quella di una Ferrari che continua a crescere, ancora e nel modo migliore, e a confermarlo sono state una gara e una pista dove per caratteristiche e statistiche (ultima vittoria nel 2004 con Schumancher, ndr) le possibilità di vedere una Rossa davanti a tutti erano ridotte al lumicino.
Cinque auto sul podio in quattro gare, con un bilancio arricchito ovviamente dalla doppietta australiana. Entrambi i piloti competitivi, con Sainz sempre tra i primi tre in tutti (tre) i GP disputati, e con Leclerc capace di rimontare a Suzuka fino alla quarta posizione dopo essere scattato dall’ottava casella in griglia, grazie ad una strategia intelligente e concordata con il team.
Sì, perché la Ferrari è definitivamente cresciuta anche nella gestione gara, e la nuova SF-24 sembra convivere con l’usura delle gomme in modo armonioso ed efficace, distante anni luce dai disastri vissuti nelle ultime stagioni. Questo permette di scommettere su strategie differenti, modellabili in corsa e a seconda delle dinamiche. Un miraggio nei passati campionati, che oggi è tornato incoraggiante realtà.
Poco più di sei mesi fa, in Giappone, la Ferrari concluse quarta con Leclerc e sesta con Sainz, con ritardi da Verstappen e la prima di posizione, rispettivamente, di quarantaquattro e cinquanta secondi. A distanza di poco più di sei mesi, sullo stesso tracciato, Sainz sale sul podio con venti secondi di distacco dal campione del mondo e la sua Red Bull, Leclerc si conferma al quarto posto ma con un gap sceso a ventisei secondi. In sostanza, in poco più di sei mesi il ritardo dalla Red Bull su una pista particolarmente indicativa come Suzuka si è dimezzato.
Numeri, solo ed esclusivamente numeri, ma che oggi e per questa Ferrari sembrano essere la risposta migliore per convincersi che la strada intrapresa è (anche) quella giusta.
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