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Editoriale Calcio

Incognite, attacco e trasformismo: il Derby tra tradizione e maledizione

La prima volta non si scorda mai, comunque andrà a finire. Chissà se la pensano così Daniele De Rossi e Igor Tudor sfidanti nel derby della Capitale. Primo derby in assoluto per il croato, primo derby da allenatore della Roma per DDR. Lui che di derby ne ha giocati 31, di cui 8 da capitano. Sarà un’emozione nuova, diversa, per chi ha il giallorosso tatuato sulla pelle. Un’emozione che proverà a trattenere perché il ruolo è cambiato e da allenatore servirà infondere soprattutto tranquillità ad un gruppo che con Mourinho in panchina ha vinto solo un derby su 6, perdendone 4, l’ultimo in Coppa Italia. Dall’altra parte il sergente Tudor proverà a dare continuità alla striscia positiva di Sarri nelle stracittadine. Continuità che non c’è stata nelle scelte e nel modulo, perché pronti via l’ex allenatore dell’OM ha cambiato la Lazio. Unica costante con il suo predecessore l’alternanza tra Immobile e Castellanos. Che poi è il grande dubbio che si porterà dietro fino a sabato. Finora Tudor ha giocato solo contro la Juve, vittoria in campionato e ko in coppa italia con i due attaccanti che si sono divisi equamente la titolarità alla ricerca del gol perduto. Che poi è il problema che ha De Rossi con Lukaku. Sembra un paradosso ma non lo è. Big Rom ha segnato solo 4 gol nel 2024 e anche contro il Lecce è sembrato irriconoscibile. Ed è un problema nell’immediato ma anche per il futuro molto vicino in un altro derby, quello tutto italiano contro il Milan in Europa League.

Per questo l’infortunio di Azmoun è stata una batosta per i giallorossi. Solo chi vede poco le partite della Roma poteva sottovalutarlo. Lukaku ha perso un ricambio fondamentale, però ritrova al suo fianco Dybala. Solo le giocate dell’argentino posso rivitalizzare il gigante belga. Se la Roma di Mou era Dybala dipendente, lo è anche quella di De Rossi seppur in modo diverso, perché Pellegrini finalmente è tornato sui suoi livelli. Quando mancano contemporaneamente sia il capitano che la Joya, la luce giallorossa si spegne. Tudor per il derby ha decisamente qualche problema in più perché, a proposito di luce, ha perso Zaccagni per infortunio ed è un’assenza pesante. L’ex Verona è sempre stato una spina nel fianco della difesa giallorossa ed è stato quasi sempre decisivo. Tudor, però, ha meno pressione rispetto a DDR, oltre a sentire meno per ovvi motivi il derby. E’ arrivato da poco ed è troppo presto per giudicarlo e vedere realmente la sua mano. De Rossi, invece, nei prossimi 15 giorni tra campionato e coppa si gioca tanto, forse tutto. E’ tutta la Roma a giocarsi tutto, a partire da un derby che negli ultimi anni è diventato una sorta di maledizione.

Valentina Ballarini

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