Brutte notizie per gli amanti dello sport italiano: si è spenta una delle penne che meglio ha saputo raccontare il nostro calcio
Dire addio a una persona che ha legato il suo nome al calcio per un’intera vita non è mai facile. Diventa poi una vera e propria impresa salutare una delle penne migliori del giornalismo italiano che ha saputo interpretare nel migliore dei modi il nostro calcio nel corso delle ultime decadi.
Una situazione che non è mai facile, specialmente in questo momento in cui i cronisti di una volta sono davvero pochi. Ed è proprio per questo motivo che la recente scomparsa di uno dei migliori giornalisti della sua generazione, capace in special modo di raccontare le vicissitudini della Juventus, ha lasciato il segno in modo evidente.
Morto Enzo D’Orsi: il giornalista aveva 71 anni
Si è spento nella sua casa di Saluzzo, comune in provincia di Cuneo, l’ex penna di ‘Paese Sera’, ‘Messaggero’ e ‘Corriere dello Sport’ Enzo D’Orsi, di sicuro uno dei migliori giornalisti sportivi del nostro paese. Non tanto perché era stato un anticipatore e per certi versi un avanguardista della scrittura sportiva, ma anche perché, a differenza magari di molti suoi colleghi, possedeva delle intuizioni importanti anche sul piano meramente tecnico (fu lui, ad esempio, a consigliare all’allora presidente della Sampdoria Mantovani la formulazione della Supercoppa italiana).
D’Orsi era nato a Foggia, ma ha sempre considerato il Piemonte e Torino la sua seconda casa. Non a caso viveva con la moglie a Saluzzo, borgo medievale di 17mila abitanti del cuneese immerso in un vasto spazio semi-pianeggiante. D’Orsi scelse questo posto in giovane età e se ne innamorò. Ma il suo nome è legato anche al calcio internazionale, in particolare a quello inglese: il giornalista era un seguace del campionato di Sua Maestà (che all’epoca si chiamava First Division) sin dai primi anni 60′ e fu uno dei primi a raccontare il calcio internazionale in maniera moderna e fuori dagli schemi.
Nel corso della sua lunga e variegata carriera, D’Orsi ha inoltre seguito in prima persona quattro Mondiali e cinque europei e fu uno dei primi ad anticipare il cosiddetto ‘sistema Moggi’ che ebbe la sua notorietà nazionale col ‘processo Calciopoli’ a danno della Juventus. Il giornalista lascia la moglie Maria Paola, tre figli (Jacopo, firma de ‘La Stampa’, Ludovico e Nicolò) e cinque nipoti.