Jannik Sinner vuota il sacco a proposito di un episodio legato al torneo di Miami: arriva il retroscena che nessuno si aspettava
Anche un rullo compressore come Jannik Sinner – 22 vittorie su 23 incontri nel 2024, torneo di Miami messo in cassaforte, e seconda posizione del ranking messa in cascina – ha i suoi momenti di debolezza. Di ansia da prestazione. Di agitazione per un traguardo la cui importanza può togliere addirittura il sonno.
Il campione altoatesino ha sempre mostrato in pubblico lo stesso tipo di atteggiamento e modo di fare che ha nel suo privato: un punto di forza, secondo alcuni, in un’opinione largamente condivisa dalla stragrande maggioranza di tifosi ed addetti ai lavori.
Jannik appare timido, riservato, quasi freddo. Mai sopra le righe, mai uno scatto d’ira o un’esplosione incontrollata di gioia, il nativo di San Candido sembra quasi ‘un alieno’ rispetto alla tipica passionalità di matrice italica che per esempio ha sempre contraddistinto comportamenti e atteggiamenti di Matteo Berrettini e Fabio Fognini. Tanto per fare un esempio su altri degnissimi esponenti del nostro tennis prima dell’avvento del ‘cannibale’ altoatesino.
Eppure anche Jannik ha avuto il suo bel da fare nel tenere a bada le sue emozioni. Lo ha confessato lui stesso giusto dopo aver annichilito Daniil Medvedev nella semifinale di Miami. L’aneddoto ha lasciato tutti di stucco.
Quella volta che Sinner non riusciva a prender sonno: il retroscena
Le parole rilasciate in conferenza stampa in seguito al trionfo sul tennista russo affossano le loro radici al 2021. E si riferiscono sempre al torneo di Miami, una delle kermesse più care al campione azzurro, che è diventato il più giovane della storia ad aver conquistato per tre volte la finale in Florida.
Nella prima di queste circostanze, tre anni fa appunto, Jannik era chiamato a disputare l’ultimo atto contro Hubert Hurkacz, uno dei suoi più cari amici nel circuito. Si trattava della prima possibilità concreta di portare a casa un torneo Masters 1000. Anche per un computer come lui, il peso di ciò che era in ballo ha lasciato degli strascichi emotivi pesanti.
“Sono una persona diversa e un giocatore diverso rispetto al 2021. A volte ci ripenso e ricordo che la notte prima della prima finale al Miami Open non riuscivo a dormire. Stavo sudando durante la notte. Ora ho gestito la situazione molto meglio“, ha affermato con grande naturalezza Jannik ricordando la ‘terribile’ vigilia della sua prima finale. A giudicare da come poi ha strapazzato Dimitrov nel match che gli ha regalato il suo terzo titolo di un 2024 da favola, possiamo dire che sì, Jannik è cresciuto davvero tanto.