La curiosità è nei titoli dei giornali del giorno dopo. Non vedo come si potrà ancora difendere Allegri. L’unica è nascondersi dietro la vittoria della Lazio al debutto con Tudor in panchina. Un’agile scappatoia che però rappresenta una mazzata su un altro allenatore che gode di buona stampa: Sarri. Ma, almeno, quest’ultimo ha avuto la grandissima dignità e il buongusto di dimettersi. Mi duole, però, avvertire i tifosi della Juve che l’agonia sarà ancora lunga perché sicuramente non si perderà occasione per criticare il sostituto di Allegri se ce ne sarà mai uno a fine stagione. Soprattutto in caso di una scelta giovane, alla Gilardino, per intenderci. Non gli verrà perdonato nulla. Non per avvertire nessuno, ma sarà meglio mettersi in mani più sicure come quelle di Conte o meno azzardate come quelle di Thiago Motta. Altrimenti si proseguirà con Allegri e via con i lamenti allegati. Dopo la sconfitta con la Lazio ne ho sentita una da brividi: “che cosa poteva fare senza cambi buoni in panchina? Si è comunque giocato con sette elementi nati dopo il 2000”. Che cosa poteva fare? Poteva evitare la disastrosa sostituzione di Cambiaso, tanto per cominciare e poteva tenere la squadra più alta come nel finale del primo tempo. Ma si può mai giocare una partita senza un’idea tattica dal primo all’ultimo minuto? Solo improvvisazione e speranza nei cambi che non cambiano nulla. Un disastro! Comunque nulla è perso per gli Allegri#in. Con la qualificazione nella prossima Champions e con l’arrivo in finale di coppa Italia si proseguirà con lui felici e tranquilli. Perciò, ribadisco, l’agonia sarà ancora lunga.
Chi invece l’agonia se l’è procurata con le proprie mani è stato Aurelio De Laurentiis. Il pubblico che fischia la squadra dopo la sconfitta con l’Atalanta è la sua apoteosi. Ma perché prendersela con i giocatori? E come si può preparare una partita con un allenatore a mezzo servizio? È colpa dell’allenatore se manca un centrale difensivo degno di tal nome in sostituzione di Kim? È colpa dei giocatori se Osimhen è sicuro di andar via così come Zielinsky? Suvvia è evidente che una squadra sballottata da un allenatore a un altro possa andare in confusione. Ma paradossalmente è sbagliato prendersela adesso con l’unico tecnico in grado di fare qualcosina di buono. Il blackout causato dal presidente è totale. La confusione regna sovrana e raramente si è vista una squadra dissolversi con tanta rapidità dopo aver vinto uno scudetto. Segnale ulteriore a conferma che non è colpa dei giocatori.
Paolo De Paola