Marc Marquez e la Ducati già al centro di una clamorosa storia, con dei sospetti che potrebbero far scoppiare una bomba interna al team
La caduta di Portimao di certo non è andata giù né a Marc Marquez né a Pecco Bagnaia, entrambi convinti di poter avere la meglio dell’avversario. Uno scontro che apre dei fronti di discussione.
Il Gran Premio di Portimao si è concluso con una clamoroso colpo di scena nel finale. La battaglia per il quinto posto tra Bagnaia e Marquez si è conclusa con un clamoroso scontro. Considerando anche il ritiro di Vinales a sorridere in chiave podio è stato Pedro Acosta, autentica rivelazione di questo avvio di stagione con la KTM del team GasGas. Il giovanissimo spagnolo sta dando del filo dai torcere ai colleghi di marca e anche con la concorrenza di Borgo Panigale non scherza davvero.
Qualcosa di più poteva venire fuori per la Rossa, se solo Bagnaia avesse fatto maggiore attenzione. Questo almeno è la lettura che ne dà la stampa spagnola, oltre al Team Gresini, che ha difeso strenuamente l’operato del suo pilota. Marquez ha forzato si la staccata in ingresso, ma dopo essere andato un pelo lungo ha ripreso la sua traiettoria al centro curva. Pecco, ottimista, si è buttato dentro e la collisione è diventata inevitabile, così come il doppio ko in classifica che pesa nelle prospettive di entrambi.
Incidente Marquez-Bagnaia: sono ore di grande riflessione in casa Ducati
Una certa riflessione lo scontro di Portimao l’ha di certo accesa. Marc Marquez non è un pilota come gli altri e in mezzo ad un gruppo di moto competitive è uno che ama farsi rispettare. Una ‘prima donna’ con atteggiamenti aggressivi che ogni tanto vanno oltre i limiti.
Dal canto suo Bagnaia è sempre stato molto misurato, tanto nelle dichiarazioni quanto nell’atteggiamento in gara, costruendosi un’immagine di “buono” che tanto bene fa al nostro movimento. In Portogallo forse ha sbagliato ma ciò non toglie che Davide Tardozzi e Gigi Dall’Igna, ovvero le figure preminente del box Ducati Factory stanno seriamente riflettendo se effettivamente è stata la mossa giusta andare ad ingaggiare il numero 93, inserendolo in un contesto in cui la bomba può esplodere da un momento all’altro.
Adesso la strada sembra essere più complicata, con una gestione che dovrà essere accurata da qui al termine della stagione, per non lasciare troppi punti alle KTM e alle Aprilia, che possono sempre dire la loro.