Dopo la sosta per le Nazionali, domani scenderà nuovamente in campo la Serie A con diverse sfide molto importanti. Si partirà alle 12.30 con il big match tra il Napoli e l’Atalanta. La formazione partenopea non può permettersi di perdere punti per strada, soprattutto nei confronti di una diretta concorrente per la qualificazione alla prossima Champions League. Servirà l’apporto di tutti, anche di chi, fino a ora, ha avuto grandi difficoltà di adattamento in un nuovo calcio: stiamo parlando di Jesper Lindstrom.
Colpe collettive
Arrivato la scorsa estate dall’Eintracht Francoforte, le aspettative sul calciatore erano ben altre. Nel biennio trascorso in Germania ha collezionato più di 50 presenze e 10 reti, con Aurelio De Laurentiis che non ha avuto esitazioni e ha fatto importanti sforzi per portarlo alle pendici del Vesuvio. Lindstrom, però, non è mai esploso. Ma non ha tutte le colpe. Innanzitutto è arrivato in una delle stagioni più complicate: dopo la vittoria dello scudetto c’è stata un’importante involuzione di tutto il collettivo, e il classe 2000 non è arrivato in un clima sereno. Ha dovuto adattarsi a un nuovo calcio ma anche a uno spogliatoio che, giornata dopo giornata, ha dimostrato problemi strutturali importanti.
Il cambio di tre allenatore non ha sicuramente aiutato: Rudi Garcia prima, Walter Mazzarri poi e Francesco Calzona ora hanno continuato a perseguire quel 4-3-3 standard schierando in campo pedine di fiducia. Lindstrom non ha mai avuto grande spazio ed è complicato dimostrare il proprio valore in pochi sgoccioli di gara. Il primo anno in Italia è complicato per tutti, Charles De Ketelaere insegna. Le qualità del danese non sono in discussione, certo, ma servirà una sterzata e bisognerà trovare una linea comune, per far sì che l’attuale delusione di mercato diventi uno dei punti fermi, perché no, del prossimo Napoli. Gli azzurri hanno bisogno di una rivoluzione, e Lindstrom spera di farne parte.