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Primo piano

Lazio, Tudor: “Grato alla Juve. Ci vuole tempo e pazienza”

Domani andrà in scena il big match tra la Lazio e la Juventus. Sarà l’esordio di Igor Tudor sulla panchina della formazione biancoceleste: proprio l’allenatore croato ha presentato la sfida in conferenza stampa.

Che segnali ha avuto dalla squadra? 

“I ragazzi hanno avuto la giusta applicazione e voglia. La squadra deve essere lo specchio dell’allenatore, ci vuole tempo e pazienza per trasformare questa Lazio. Sono qui da poco. Ci provo a farlo in fretta, ma non sarà perfetta la squadra, ma lavoreremo”.

Emozionato e teso per il suo debutto?

“Sono sempre positive le sensazioni. Lo sport è gioia. Lo stadio pieno? Sarà bello, ci saranno molte motivazioni, ma va preparata nel modo giusto sotto ogni punto di vista. Penso a preparare la squadra”.

Cosa ha rappresentato per lei la Juventus?

“Non credo al destino che affronto subito la Juventus. Ho trascorso lì otto anni, nel periodo in cui si costruisce la persona. Sono grato alla Juve. Ho avuto compagni e dirigenti che mi hanno fatto diventare quello che sono ora, soprattutto per la cultura del lavoro”.

La differenza con Sarri è il modo di difendere.

“Ci sono due cose che penalizzano questo cambio. Sono tre anni che la Lazio lavora in questa maniera e poi c’è stato Sarri che è un allenatore forte. Bisogna essere intelligenti. Il modulo è importante ma non come molti pensano”.

Ha già in mente una squadra tipo?

“È una situazione particolare, dovranno giocare per forza tutti. È la prima partita e poi ci sono due partite in quattro giorni. I cinque cambi sono importanti. Io anche devo capire la squadra, una cosa sono gli allenamenti, un’altra le partite. Devo valutare i giocatori che possono migliorare e che possono seguire il tuo calcio”.

Possono servire dirigenti per fare da raccordo tra squadra e proprietà? Una figura alla Peruzzi.

“Non è per me questa domanda”.

Sui social si è discusso molto su Immobile in Nazionale. Ne ha parlato con lui?

“Non leggo i social e i giornali, penso a lavorare, sia quando vanno bene le cose che quando vanno male. Ciro ci ho parlato due volte anche su questo argomento, l’ho visto molto motivato. Penso che lui ci tenga alla Nazionale, dipende solo da lui in questi due mesi. Ha sempre segnato, penso che li farà ancora”.

Si affiderà allo zoccolo duro?

“C’è sempre rispetto per passato, ma non si vive di passato. Noi dobbiamo vincere, conta la squadra”.

La posizione di Kamada?

“Parliamo di un giocatore completo, ha corsa e qualità di gioco. Penso che sia più adatto a questo calcio rispetto a quello precedente. Non è pulitissimo tecnicamente, ma ha altre doti che a me piacciono tanto. Ha la mentalità giusta e poi ha gol”.

Come sta Lazzari? Può giocare con Pellegrini o Felipe Anderson?

“Lo vediamo oggi, ha avuto un piccolo problema. L’equilibrio è sia offensivo che difensivo. Servono sempre giocatori con gol, ma anche che facciano la fase difensiva. A me piace attaccare, ma non prendere gol. Felipe Anderson a tutta fascia? Non lo ho provato, non so questa domanda. Ma lui è molto disponibile, ha gamba e qualità”.

Dal punto di vista umano, che spogliatoio ha trovato?

“Sono vogliosi e molto orgogliosi. Non sono giocatori da nono posto, vogliono riscattarsi”.

Zaccagni e Luis Alberto.

Possono giocare insieme. I giocatori forti possono essere compatibili.

Sullo stato di forma della squadra.

Nei dati fisici la squadra è sempre stata in alto. Su questo argomento si è detto tanto. Bisogna correre, essere compatti e saper correre sia in avanti che indietro. Le gare si decidono sulle due aree. Abbiamo lavorato tanto, per capire anche le scelte giuste”.

La formazione la decide di partita in partita o programma prima dei cambi?

“Sulla prima domanda non voglio e posso svelare nulla. Con tante partite in pochi giorni sto pensando a organizzare prima delle alternanze e delle variazioni”

È riuscito a trasferire la sua mentalità vincente?
“Se un allenatore ci riesce in 5 allenamenti è un mago”.

Sono tre partite decisive, si gioca tutto la Lazio…
“Non esistono partite della vita, è tutta un’esagerazione. Sono partite. A me interessa la squadra, prepararla bene, oggi voglio caricarla. Questo appartiene a me. Il resto è tutto fumo”.

Federico Calabrese

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