Dal muro di silenzio che protegge la privacy di Michael Schumacher trapela un retroscena che ha dell’incredibile
Nonostante il muro di silenzio eretto dai familiari di Michael Schumacher per proteggerne la privacy, di tanto in tanto filtrano rivelazioni sul conto del sette volte campione del mondo la cui vita è cambiata radicalmente dal giorno del terribile incidente sulle nevi a Meribel.
La moglie Corinna veglia sul suo capezzale, con pochi eletti che, quindi, possono (raramente) fare visita allo sfortunato campione tedesco.
Eppure, come detto, qualcosa trapela dal fortino in cui l’ex ferrarista lotta quotidianamente per riemergere dal buco nero in cui è precipitato in conseguenza del sunnominato incidente. In particolare, l’ultima rivelazione ha spiazzato i tifosi.
Hakkinen: “Schumacher non voleva che vincesse Irvine”
Quest’anno ricorrono i 25 anni dalla sofferta seconda vittoria mondiale di Mika Hakkinen. Correva l’anno 1999 e il finlandese della McLaren era in lotta per il titolo iridato di Formula 1 con il ferrarista Eddie Irvine mentre Michael Schumacher era fuori dai giochi a causa dell’incidente a Silverstone: per un problema ai freni uscì di pista fratturandosi una gamba e, pertanto, fu costretto a saltare sei Gran Premi (fu sostituito dal finlandese Mika Salo) per ritornare in pista solo per le ultime due tappe del calendario iridato.
Un mondiale, quello del 1999, deciso con un finale thrilling e che il finlandese conquistò per soli due punti di vantaggio sull’irlandese del ‘Cavallino Rampante’. Come ricordato dallo stesso pilota finlandese in una serie di interviste concesse in esclusiva a ‘PlanetF1.com’, Mika Hakkinen nell’ultima gara in Giappone avrebbe dovuto vincere per laurearsi campione del mondo per la seconda (e ultima) volta.
Cosa che fece anche perché la sua trionfale cavalcata venne, per così dire, agevolata da uno Schumacher che non fece nulla per aiutare Irvine a vincere il titolo iridato dal momento che vedeva come fumo nell’occhio la prospettiva che fosse il compagno di box a prendersi la gloria per aver riportato il titolo mondiale piloti a Maranello a 20 anni di distanza (1979) dall’ultimo trionfo, quello del sudafricano Jody Scheckter:
“Non ero preoccupato perché sapevo che Michael non mi avrebbe fatto fuori. Potevo fare manovre molto aggressive, qualsiasi cosa, ma lui non mi avrebbe eliminato perché lo avrebbe messo in una luce incredibilmente negativa. E sapevo che Michael non voleva che Eddie diventasse campione del mondo. Sono sicuro che, in cuor suo, era felice che io vincessi il titolo“.
Del resto, come dimostra questo aneddoto con protagonista il sette volte campione del mondo, si è campioni anche per la feroce determinazione a essere il numero 1 sempre e comunque, senza, quindi, guardare in faccia a nessuno, neanche al proprio compagno di box.