Il talento, la delusione e l’esplosione: adesso si punta all’incasso

Al Milan era un ragazzino, che sognava di diventare un top player. La strada era lunga da percorrere e la voglia di bruciare le tappe ha condizionato i primissimi passi.  La storia di Raoul Bellanova è da prendere ad esempio. Con la maglia rossonera aveva dato buone impressioni, ribattezzato la locomotiva sulla fascia, la voglia di esplodere però lo ha portato troppo in fretta a confrontarsi con il calcio dei grandi lontano dall’Italia, direzione Francia. Esperienza non idilliaca per lui al Bordeaux. Un passaggio da Bergamo senza di fatto lasciare traccia, poi Pescara e Cagliari. Con gli isolani arriva il suo primo gol in serie A. La retrocessione però lo porta a Milano. La grande esperienza con l’Inter. Due titoli, la Supercoppa e la Coppa Italia anche se non è attore protagonista nei 90minuti, e la finale di Champions da subentrato nella notte di Istanbul. L’Inter lo avrebbe riscattato, se le condizioni economiche lo avessero permesso: lo step successivo si chiama Torino. L’annata migliore della sua carriera con la maglia granata finora, tanto che le prestazioni le ha viste anche Luciano Spalletti e lo ha convocato nell’ultima tornata della Nazionale.

Scelte errate, costanza, impegno c’è tutto fin qui nel percorso del classe 2000, oltre al talento. Nella vita così come nel calcio a volte non basta solo questo ed ecco che servono tutte le altre situazioni; inclusa la fortuna. Ora è pronto anche a diventare la gallina dalle uova d’oro di Cairo, che pregusta una futura plusvalenza. A Torino però ora se lo godono senza pensare al futuro, la valigia di Bellanova è sempre pronta: difficile non averla quando si è uno dei migliori crossatori e assistman del campionato.

Giada Giacalone

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