Il trionfo della Ferrari a Melbourne potrebbe riaprire il mondiale di Formula 1. Ma c’è un pilota che ha iniziato male e potrebbe dire addio
Un gran premio che resterà impresso nella memoria di tutti i tifosi della Ferrari. La gara di Melbourne ha infatti visto il clamoroso ritorno del Cavallino Rampante che approfittando del ritiro di Max Verstappen a causa della rottura dei freni ha messo a segno una straordinaria doppietta e riaperto il mondiale di Formula 1.
La vittoria di Carlos Sainz e il secondo posto di Charles Leclerc hanno fatto tornare alla mente le giornate più emozionanti nella storia di Maranello, quando nei primi anni duemila Michael Schumacher e Rubens Barrichello la facevano da padroni incontrastati. Nel giorno della grande festa delle Rosse c’è qualcuno che viceversa sta vivendo, forse, gli ultimi sussulti di una straordinaria carriera nel Circus delle quattro ruote.
Un grande pilota, che ha segnato la storia dell’automobilismo mondiale negli ultimi vent’anni, potrebbe non essere lontano dal momento fatidico e più sofferto per ogni atleta, quello in cui appendere il casco al chiodo. Stiamo parlando di chi ha vinto due titoli iridati alla guida della Renault nel 2005 e nel 2006.
Sì, trattasi proprio di Fernando Alonso, il campione di Oviedo che a luglio compirà la bellezza di quarantatre anni. Un’enormità per qualsiasi atleta, figuriamoci per un pilota di Formula 1. Ad Alonso sta capitando quello che prima o poi succede a tutti i grandi campioni: una flessione lenta ma inesorabile.
Dagli ambienti del Circus mondiale filtra un’ipotesi che lo stesso pilota asturiano sembra confermare, quella del ritiro definitivo. Non è un mistero che nessuna tra le scuderie più in vista della Formula 1 lo abbia cercato o stia pensando a lui per la prossima stagione.
Alonso vuole continuare a correre, desidera continuare a misurarsi con altri campioni come lui ma il tempo scorre implacabile: “Non voglio aspettare fino all’estate per scegliere il mio futuro, perché sarebbe ingiusto nei miei confronti e nei confronti della squadra se volessimo cercare più opzioni“.
La brillantezza e la forza fisica non saranno forse quelli di qualche anno anno fa, ma l’orgoglio e la determinazione assolutamente sì: “Essere padrone del mio destino a volte mi ha aiutato, altre volte mi ha fatto male. Scelgo io quando andarmene e quando arrivo in una squadra, ho scelto io quando lasciare la F1 e quando tornare“.
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